Molto spesso il tremolio della palpebra è un disturbo passeggero, non legato a niente di serio. Scopriamo insieme le cause e le soluzioni.23 dicembre 2020 – 2 Minuti di lettura A quasi tutti, nel corso della vita, sarà capitato di notare un tremolio all’occhio, come una piccola, quasi impercettibile scossa elettrica.
L’occhio che trema, come l’occhio che balla, è una condizione che tende a preoccupare, ma la maggior parte delle volte non rappresenta la spia di un disturbo grave o una patologia pericolosa, Molto spesso il tremolio all’occhio è causato da motivazioni che riguardano la stanchezza, lo stress e l’affaticamento.
Ma vediamo meglio cosa s’intende per occhio che trema, a quali cause è dovuto questo disturbo (fastidioso, ma di solito transitorio) e cosa fare per risolvere in breve tempo il problema,
Cosa fare quando ti trema l’occhio?
Quando consultare un medico per l’occhio che balla? – L’occhio che trema è una sensazione che di solito scompare da sola, o con qualche piccolo accorgimento, dopo pochi giorni. È meglio rivolgersi al medico se il disturbo non cessa dopo un breve periodo di tempo e se si nota una o più di queste condizioni:
la sensazione di tremore si estende ad altre parti del viso l’occhio si gonfia e si arrossa la palpebra tende a chiudersi
Quando l’occhio trema Cosa vuol dire?
Cause – La palpebra che trema riconosce diverse cause. Nella maggior parte dei casi, questo disturbo è transitorio e non ha alcun significato patologico, ma risulta associato a condizioni di stress e stanchezza, Tra i motivi più comuni rientrano anche la mancanza di sonno e l’ eccessivo consumo di caffeina, alcol o nicotina,
- La palpebra che trema può essere associata anche alla ” sindrome da occhio secco “, la quale può dipendere da una serie di fattori diversi, come invecchiamento o alcune terapie.
- Se il tremore delle palpebre coinvolge entrambi gli occhi, è invece possibile che alla base ci siano difetti della vista non corretti,
Alcuni disturbi visivi possono stimolare, infatti, l’ammiccamento e lo spasmo palpebrale. La palpebra che trema può anche essere un sintomo di certe patologie specifiche dell’occhio, tra cui infiammazioni della congiuntiva ( congiuntivite ), blefarite ( infiammazione delle palpebre ), glaucoma o irritazioni della cornea (presenza di corpi estranei o abrasione corneale ).
Quanto può durare il tremolio all’occhio?
Tremolio all’occhio: causa e come evitarlo Alzi la mano chi non ha mai avuto un leggero tremolio all’occhio e non si è chiesto a cosa poteva essere dovuto e come evitarlo. La maggioranza delle persone ha sperimentato almeno una volta questa sensazione nel corso della sua vita, in misura maggiore o minore.
Secondo gli esperti di, una delle aziende oftalmologiche più importanti d’Europa, il tremolio oculare è dovuto ai muscoli che si contraggono ripetutamente senza che lo si possa evitare e questo movimento può essere percepito o meno da un’altra persona ma nella grande maggioranza dei casi non è evidente dall’esterno.
È quasi impercettibile, perché la contrazione delle palpebre è molto leggera, come una piccola vibrazione. E di solito dura alcune ore, ma può anche protrarsi per giorni o settimane; il più delle volte si risolve comunque in poco tempo e scompare nello stesso modo in cui è apparso, cioè all’improvviso.
Solitamente questo problema si risolve senza alcun trattamento; i tremori spesso sono dovuti allo stress e sono localizzati nella palpebra, sia superiore che inferiore. Generalmente non comportano alcun problema serio ma possono essere fastidiosi. Il miglior trattamento è il riposo, l’uso di gocce lubrificanti e la pazienza.
A volte però ci può volere più tempo per farli sparire. A causa della pandemia e dello stress generale che il virus sta procurando alle persone, i consulti medici per questa patologia sono aumentati del 20% nell’ultimo anno, Per questo motivo, gli esperti di hanno elaborato una guida in cui ne spiegano le cause principali e danno utili consigli per aiutare a risolverlo: 1.
- Stress Lo stress è una delle cause principali dei tremolii oculari ; spesso non si sa come gestire ansia e preoccupazioni e questo fa sì che i muscoli si contraggano senza volerlo, dando luogo a tremori involontari.
- Pertanto, si dovrebbero evitare tutte le situazioni stressanti e usare tecniche di rilassamento, anche se il momento attuale di certo non aiuta.2.
Stanchezza e mancanza di sonno Altre possibili cause sono l’eccessiva stanchezza e la mancanza di sonno. In generale, gli adulti non dormono le ore raccomandate per il proprio benessere fisico e mentale e questo provoca affaticamento e problemi agli occhi.
Per cercare di evitarlo è necessario dormire le ore raccomandate; l’ideale sarebbe riposare una media di otto ore a notte.3. Uso eccessivo degli schermi Tra le altre ragioni dei problemi agli occhi e dei tremori c’è l’uso eccessivo degli schermi. Passiamo sempre più ore davanti al computer, non solo al lavoro, c’è un uso generale eccessivo della tecnologia e questo causa un affaticamento degli occhi.
Nel tempo libero è sempre più frequente giocare con il telefono, rispondere ai messaggi, navigare sui social, leggeri libri digitali, tutte attività che a lungo andare rendono gli occhi sempre più stanchi e irritati; è essenziale invece prendere brevi pause quando si utilizza il computer al lavoro, e nel tempo libero cercare di evitare l’uso continuato di cellulare, libri elettronici, televisione.
- Questo può aiutare a far riposare gli occhi e a ridurre il problema.
- Un buon consiglio sarebbe quello di non usare alcuno schermo dopo una certa ora, o limitarne l’uso a poche ore del giorno, cercare di uscire all’aperto, fare esercizio, camminare e non stare sempre connessi o a fissare un dispositivo.4.
Secchezza oculare La secchezza oculare può essere un’altra causa dei tremori agli occhi. Questa secchezza può essere dovuta a molte ragioni tra cui la mancanza di sonno, l’inquinamento, le allergie. Ma è facile da prevenire: è possibile utilizzare gocce specifiche per alleviarla ed evitare che la cornea si irriti ma è necessario consultare comunque uno specialista per avere l’opzione migliore per ciascuno che in qualche caso può essere semplicemente l’utilizzo di lacrime artificiali per lubrificare gli occhi.5.
- Mancanza di vitamine o minerali Anche la carenza di vitamine o minerali può causare spasmi muscolari involontari.
- Di solito ciò è dovuto a una mancanza di vitamine essenziali come la B12 o di minerali come il magnesio o il potassio.
- Mangiare e bere bene e con la giusta frequenza può migliorare questo deficit; una dieta varia è essenziale in questo caso e possono aiutare anche alcuni integratori alimentari.6.
Prescrizione errata di occhiali o lenti a contatto A volte un’errata prescrizione di occhiali o lenti a contatto può portare a problemi agli occhi come i tremori. La soluzione è facile, in questo caso basta andare in un centro che regola le diottrie e farsi consigliare il tipo di occhiali adatti o le lenti a contatto più adeguate per ciascuno.7.
- Eccessivo consumo di caffeina e stimolanti I tremolii agli occhi possono essere associati anche a un consumo eccessivo di stimolanti; senza rendercene conto magari consumiamo troppo caffeina, teina, o bevande simili energizzanti ed eccitanti.
- Dobbiamo cercare di moderare il loro consumo perché possono influire sulla salute generale e su quella visiva.8.
Disturbo o malattia del sistema nervoso Infine, le contrazioni degli occhi possono essere sintomo di un disturbo del sistema nervoso o un altro tipo di malattia. E’ abbastanza raro ma, se non si trova una causa apparente dei tremori o se questi durano più del normale, è meglio rivolgersi a uno specialista per approfondire il problema e determinarne le possibili cause.
- Il Dr. Federico Fiorini, Direttore Sanitario di Clinica Baviera Bologna spiega: “Il tremolio agli occhi è uno dei motivi più comuni per consultare un oculista, dato che la stragrande maggioranza delle persone ne soffre a un certo punto della sua vita, in misura maggiore o minore.
- Il più delle volte i tremori sono causati da nervosismo, stanchezza, stress o uso eccessivo di schermi; arrivano senza che uno se ne renda conto e allo stesso modo all’improvviso spariscono.
Da Clinica Baviera suggeriamo di seguire questi pochi consigli per determinarne le possibili cause e cercare di risolverle; se il disturbo persiste meglio sempre consultare uno specialista per approfondire e capire con precisione da cosa può essere dovuto.” Su Clinica Baviera: Con un’esperienza di oltre 25 anni, Clinica Baviera è un centro medico all’avanguardia nel campo dell’oftalmologia che offre un servizio completo per la cura dei problemi e delle malattie dell’occhio basato su criteri di qualità e sull’uso delle più recenti tecniche di microchirurgia.
Perché trema la palpebra superiore?
Le cause più comuni del tremolio alle palpebre – Perché è più facile che questi spasmi colpiscano le palpebre e non, ad esempio, gli angoli delle labbra o il naso? Il motivo è semplice: gli occhi sono la parte del viso con il maggior numero di piccoli muscoli e sono più soggetti a iper stimolazioni, quindi a reazioni incontrollate.
Arrivando al dunque, perché si stressano tanto ? La prima ragione è facilmente intuibile: li utilizziamo tutto il giorno, senza sosta, espressione dopo espressione. Praticamente non riposano mai, soprattutto se passiamo tanto tempo davanti a pc, tablet e smartphone che li affaticano ulteriormente. E, infatti, il tremore della palpebra è spesso associato agli occhi secchi e poco idratati, causati anche dall’utilizzo continuo delle lenti a contatto o dalle allergie, ma anche a difetti della vista o a infiammazioni della congiuntiva o della cornea non ancora corretti o diagnosticati: se lo spasmo si fa spesso vivo, meglio fare un controllo dall’oculista di fiducia per capire meglio che succede.
Sono anche spesso sintomo di stanchezza, di poche ore di riposo reale e di uno stress prolungato, infatti è un problema particolarmente sentito da chi lavora troppo, dorme troppo poco o sta vivendo un periodo difficile. Infine, è spesso legato ai troppi caffè bevuti durante il giorno, ai cocktail di troppo bevuti all’aperitivo con gli amici e a una possibile (e ancora molto dibattuta) carenza di magnesio e potassio spesso legata a un’alimentazione poco variegata.
Quando il tremore deve preoccupare?
Con tremore quando rivolgersi al proprio medico? – In caso di tremore è bene contattare il medico se il problema peggiora a riposo e migliora con il movimento, se è prolungato, grave o interferisce con la vita quotidiana e se è associato ad altri sintomi, come mal di testa, debolezza, movimenti strani della lingua, irrigidimento muscolare o altri movimenti incontrollati.
Come l’ansia influisce sulla vista?
Stress visivo: sintomi più comuni e rimedi – Come abbiamo detto, lo stress può causare problemi agli occhi. I disturbi alla vista da stress possono essere di vario genere, dal più lieve al più grave, in base ai livelli di tensione a cui siamo sottoposti. Di solito se i problemi alla vista dovuti allo stress sono tenuti sotto controllo, non diventano seri.
- Blefarite. La blefarite causa l’infiammazione della palpebra che porta, tra le altre cose, vista offuscata, visione distorta, rossore e bruciore agli occhi da stress. L’uso di lacrime artificiali può aiutare, specialmente se si portano le lenti a contatto.
- Tic all’occhio. I nostri occhi rispondono a periodi di ansia, nervosismo o mancanza di sonno con questo disturbo chiamato miochimia. Il muscolo responsabile di questi spasmi si chiama muscolo di Müller, e regola il movimento della palpebra sotto stimolazione del sistema nervoso simpatico. Per evitare il tremolio e questi spasmi è importante riposare e dormire bene e ridurre l’assunzione di caffeina.
- Occhi stanchi e stress. L’affaticamento oculare è causato dall’esposizione prolungata allo schermo senza pause. I sintomi più comuni sono vista offuscata (o vista annebbiata), diplopia (o visione doppia), lampi di luce negli occhi da stress, occhio secco e mal di testa. Per alleviare questi fastidi è importante fare delle pause, bere acqua e seguire la regola del 20-20.
Cosa vuol dire quando ti trema il sopracciglio?
Quali sono le cause degli spasmi al sopracciglio? – Alcune abitudini quotidiane, insieme a stress e affaticamento della vista possono avere come conseguenza il presentarsi di spasmi e tremori a palpebre e sopracciglia. Ma questi possono anche essere causati da una patologia come la paralisi di Bell o la sindrome di Tourette. Tra le cause più comuni degli spasmi alle sopracciglia si trovano:
Alto consumo di caffeina Carenza di magnesio : il magnesio ha un ruolo fondamentale nel mantenere le funzioni nervose e muscolari. La carenza di magnesio (ipomagnesiemia), può essere accompagnata da: debolezza, tremori, perdita di appetito, stanchezza, nausea, cambiamenti di umore Assunzione di alcuni farmaci ad effetto stimolante : farmaci per la cura dell’ADHS, antipsicotici, farmaci antiepilettici, anche se non è ancora chiaro in quale densità, diuretici perché possono causare carenza di magnesio. In caso i tremori siano causati dai farmaci bisogna rivolgersi al proprio medico e valutare se cambiare farmaci o meno o se c’è il bisogno di ridurre il dosaggio Sforzare la vista : l’affaticamento dei muscoli oculari causato dal trascorrere molto tempo davanti ad uno schermo, può indurre tremori e tic del sopracciglio Stanchezza Uso di sostanze stupefacenti, alcol e tabacco Allergie : una reazione allergica e l’istamina conseguentemente rilasciata possono causare anche prurito, oltre agli spasmi oculari. Strofinare gli occhi può causare irritazioni Stress : influenza il corpo in molti modi.
Come si chiama la parte sotto l’occhio?
Anatomia palpebrale Le palpebre sono due strutture muscolo-membranose che servono a proteggere l’occhio e sono formate da 3 strati dalla superficie alla profondità: la pelle, il muscolo orbicolare e il piano tarso-congiuntivale. PELLE. La faccia anteriore di ogni palpebra é formata da una parte oculare, in rapporto con il globo oculare, e di una parte orbitaria, compresa tra la precedente e il bordo orbitario.
Queste due parti sono separate dal solco palpebrale, che risulta nella palpebra superiore dall’inserzione cutanea del muscolo elevatore della palpebra. MUSCOLO ORBICOLARE. Innervato dal nervo facciale, è composto da fibre concentriche disposte intorno alla fessura palpebrale ed è anch’esso diviso in due parti: palpebrale e orbitaria.
PIANO TARSO CONGIUNTIVALE. Il tarso palpebrale è un tessuto connettivo fibro-elastico che forma l’impalcatura rigida di ogni palpebra. Tarso superiore. Misura 10 mm di altezza e il suo bordo superiore dà inserzione al setto orbitario e al muscolo di Müller ( piccolo muscolo a innervazione simpatica che svolge un ruolo essenziale, permettendo di tenere gli occhi aperti nello stato di veglia ).
- La sua faccia anteriore dà inserzione al tendine del muscolo elevatore della palpebra.
- Tarso inferiore.
- Misura 5 mm di altezza e dà inserzione al setto orbitario e al muscolo retrattore della palpebra inferiore ( estensione del muscolo retto inferiore ).
- Il setto orbitario è una sottile membrana visco-elastica mobile che collega la faccia posteriore dei margini orbitari ai tarsi.
Ha uno spessore variabile, cioè non é simmetricamente distribuito nella sua lunghezza. Nella palpebra superiore si fonde con il tendine del muscolo elevatore della palpebra, nella inferiore si fonde alla fascia dei muscoli retrattori. Durante l’invecchiamento, il setto orbitario cede nella sua parte bassa.
La borsa palpebrale incontra un punto di debolezza, spinge in avanti il setto e lo sorpassa. La congiuntiva è una sottile membrana mucosa che tappezza il versante profondo delle palpebre e si riflette sulla faccia anteriore del globo oculare. L’estrema aderenza della congiuntiva alla faccia posteriore del tarso fa si che da un punto di vista chirurgico rappresentino un solo piano ( tarso-congiuntivale ), mentre tra questo piano e il fornice ( punto di riflessione della congiuntiva palpebrale e bulbare ), la congiuntiva è scarsamente aderente alla faccia posteriore del muscolo di Müller e al retrattore della palpebra inferiore.
Una buona conoscenza dell’anatomia palpebrale è utile sia durante una che una, : Anatomia palpebrale
Cosa vuol dire avere gli spasmi?
Che cosa sono gli spasmi muscolari? – Gli spasmi muscolari sono contrazioni involontarie che possono riguardare uno o più muscoli e che sono causate da problemi che riguardano i meccanismi che portano alla contrazione muscolare.
Chi soffre di Mioclonie?
Per mioclono s’intende uno spasmo (contrazione) rapido come un lampo di un muscolo o di un gruppo di muscoli.
Il mioclono può manifestarsi normalmente (per esempio, la contrazione di una gamba mentre una persona si sta addormentando), ma può anche derivare da un disturbo come insufficienza epatica, un trauma cranico, glicemia bassa, malattia di Parkinson o dall’uso di alcuni farmaci. I muscoli possono contrarsi rapidamente o lentamente, e le contrazioni possono essere ritmiche o meno. I medici diagnosticano il mioclono in base ai sintomi ed eseguono esami del sangue, un’elettromiografia e/o una risonanza magnetica per immagini per identificare la causa.
Il mioclono può colpire una sola mano, un gruppo di muscoli nella parte superiore del braccio o della gamba, un gruppo di muscoli facciali, oppure molti muscoli allo stesso tempo. Il mioclono può essere classificato in molti modi:
In base alla causa: si verifica normalmente, è causato da un disturbo o un farmaco oppure non ha una causa identificabile In base alla gravità: in base alla porzione del cervello danneggiata o alla gravità dei sintomi In base alla sede: dov’è situato il danno cerebrale In base ai fattori scatenanti: può essere scatenato da uno stimolo (come una luce intensa o un rumore improvviso) o comparire spontaneamente
La classificazione del tipo di mioclono può aiutare i medici a identificarne la causa e a scegliere un trattamento adeguato. Il mioclono può manifestarsi normalmente, spesso quando ci si addormenta. Ad esempio, quando una persona inizia ad appisolarsi, può manifestare uno spasmo e svegliarsi (come spaventata) oppure i muscoli in una parte del corpo possono contrarsi.
Antistaminici Alcuni antidepressivi (come l’amitriptilina) Alcuni antibiotici (come penicillina e cefalosporine) Bismuto Levodopa (usata per la malattia di Parkinson) Antidolorifici a base di oppioidi
Il mioclono può essere lieve o grave. I muscoli possono contrarsi rapidamente o lentamente, ritmicamente o no. Può verificarsi ogni tanto o frequentemente. Può manifestarsi spontaneamente oppure essere scatenato da uno stimolo, come un rumore, una luce o un movimento improvviso.
Valutazione medica Esami del sangue e talvolta altri esami per identificare le cause
La diagnosi di mioclono si basa sui sintomi. Vengono solitamente condotti degli esami per identificare la causa:
Vengono solitamente effettuate delle analisi del sangue per controllare la funzionalità epatica e renale e per misurare i livelli nel sangue di zucchero, calcio, magnesio o sodio. Livelli anomali di queste sostanze possono indicare che la causa è un disturbo metabolico. Può essere eseguita una risonanza magnetica per controllare eventuali anomalie del cervello, come quelle causate dalla malattia di Alzheimer o dalla malattia di Creutzfeldt-Jacob.
Se possibile, correzione della causa Farmaci per alleviare i sintomi
Se possibile, la causa del mioclono viene corretta. Ad esempio, vengono interrotti i farmaci che causano il mioclono. Viene corretto un livello di zucchero nel sangue alto o basso e l’insufficienza renale viene trattata con l’emodialisi. NOTA: Questa è la Versione per i pazienti. CLICCA QUI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI Copyright © 2023 Merck & Co., Inc., Rahway, NJ, USA e sue affiliate. Tutti i diritti riservati.
Quando la palpebra si chiude da sola?
Premessa – Il blefarospasmo, comunemente chiamato anche miochimia o spasmo palpebrale, è una forma di distonia focale che si manifesta con la contrazione involontaria e ripetuta dei muscoli della palpebra. L’interessamento principale è a carico della palpebra superiore, ma può avvenire anche a livello di quella inferiore.
- Nella stragrande maggioranza dei casi il blefarospasmo è di natura benigna ed è privo di causa nota (blefarospasmo benigno idiopatico), presentandosi con una sensazione leggermente fastidiosa di tensione che può arrivare fino alla chiusura completa di entrambe le palpebre.
- La durata dell’episodio è variabile, anche se di solito si tratta di spasmi brevi ripetuti ogni qualche secondo per un minuto o due; la loro occorrenza è del tutto imprevedibile, se alcuni pazienti manifestano blefarospasmo per un periodo di pochi giorni e poi non lamentano sintomi per mesi, altri soffrono della condizione con una regolarità maggiore.
Gli spasmi di per sé sono indolori, ma potrebbero determinare un senso di fastidio anche per ragioni di natura estetica o comportamentale. La loro risoluzione è solitamente e spontanea e non richiedono un trattamento vero e proprio. In alcuni rari casi il blefarospasmo può essere segno precoce di una patologa neurologica degenerativa, soprattutto quando lo spasmo è accompagnato da contrazioni della muscolatura facciale o da movimenti involontari di altra natura. iStock.com/EHStock
Come riconoscere tremore da Parkinson?
Il Tremore di riposo: Malattia di Parkinson Il tremore di riposo (Tr), considerato storicamente un sintomo cardine della malattia di Parkinson (MP), è un tremore che compare tipicamente nei distretti distali degli arti in condizioni di riposo mentre si attenua o è soppresso in presenza di movimenti volontari.
- Sebbene il Tr si riscontri in circa il 75% dei pazienti con MP1 esso può far parte del quadro clinico di diversi disturbi del movimento.
- Può presentarsi nel 18% dei pazienti con tremore essenziale (TEr) e nel 24% dei pazienti con SWEDDs, una sindrome caratterizzata da tremore a riposo asimmetrico, lieve bradicinesia, presenza di segni distonici di lieve entità con integrità della via dopaminergica nigro-striatale, recentemente interpretata come un fenotipo di tremore distonico con tremore a riposo.
Nei casi in cui i segni distonici siano molto sfumati, la presenza di un tremore di riposo rende la diagnosi differenziale tra MP e SWEDDs spesso diffici le, in mancanza del DAT scan. A supporto di tale condizione, recenti studi retrospettivi hanno dimostrato che circa il 10% dei pazienti inizialmente diagnosticati come MP presentavano un’integrità della via dopaminergica nigrostriatale non compatibile con una diagnosi strumentale di MP.
- Il Tr può far parte, dunque, del quadro clinico di malattie con diversa eziopatogenesi: malattie con deficit della via dopaminergica presinaptica nigrostriatale come la MP (TPr) e malattie con integrità della via nigrostriatale quali il TEr ed i SWEDDs.
- Studi recenti2 hanno dimostrato che il TEr e il SWEDDs possono essere fenotipi lievemente diversi della stessa malattia (Tremore distonico con tremore a riposo,TDr), entrambi caratterizzati da tremore di riposo e posturale asimmetrico, lievi segni parkinsoniani, distonia lieve (TDr) o clinicamente assente (TEr), integrità nigrostriatale, precoce incremento del ciclo di recupero del blink reflex.
Sulla base di quanto detto è verosimile ipotizzare che i meccanismi fisiopatologici del Tr possano essere differenti nelle diverse malattie e quindi che possa esistere un tremore di riposo parkinsoniano (TPr) ed un tremore di riposo non parkinsoniano, caratteristico del TDr.
È possibile distinguere clinicamente questi due tipi di tremore di riposo? Esistono marcatori elettrofisiologici o di imaging che consentono di caratterizzare l’uno rispetto l’altro? Quale deve essere infine l’algoritmo diagnostico per distinguere il TPr dal TDr? Il DAT scan è l’esame principale per differenziare il TPr da quello non parkinsoniano; questo esame, tuttavia, è costoso e non eseguibile di routine.
L’esame elettromiografico può aiutare a distinguere questi due tipi di tremore. La registrazione elettromiografica, infatti, rivela che il tremore a riposo tipico del TDr è caratterizzato da un pattern di co-contrazione dei muscoli agonisti/antagonisti (sincrono) mentre il TPr è un tremore asincrono.3 Entrambi i tipi di tremore hanno un aumentato ciclo di recupero del blink reflex che pertanto non si rivela utile ai fini della diagnosi differenziale.
In conclusione, in presenza di un paziente con un tremore di riposo clinicamente indistinguibile da quello parkinsoniano, il clinico dovrebbe considerare la possibilità di un TDr e far eseguire al paziente l’esame elettromiografico per la valutazione del pattern del tremore e successivamente un DAT scan. Prof. Aldo Quattrone Professore ordinario di Neurologia Università Magna Graecia, Catanzaro
Condividi su: | | : Il Tremore di riposo: Malattia di Parkinson
Come si chiama la malattia che provoca tremore?
Malattia di Parkinson
- La malattia di Parkinson idiopatica, comunemente chiamata malattia di Parkinson, è stata descritta per la prima volta da James Parkinson nel 1817 nello studio An Assay on the Shaking Palsy.
- Dopo la malattia di Alzheimer, quella di Parkinson è la malattia neurodegenerativa più diffusa.
- Durante il decorso della malattia i sintomi peggiorano, anche se il trattamento con i nuovi farmaci e le terapie non farmacologiche hanno notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti.
- Sintomi e diagnosi
La malattia di Parkinson è una sindrome extrapiramidale caratterizzata da rigidità muscolare che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi, tremore che insorge durante lo stato di riposo e può aumentare in caso di stato di ansia e bradicinesia che provoca difficoltà a iniziare e terminare i movimenti.
- La malattia ha un substrato anatomopatologico di degenerazione neuronale della sostanza nera ( Substantia nigra pars compacta, Snpc) con una progressione graduale e un decorso prolungato.
- Da un punto di vista biochimico sono state accertate, a livello della Snpc di soggetti parkinsoniani, una riduzione della quantità di dopamina, una minore concentrazione di neuromelanina (quindi una minore pigmentazione della Snpc), una riduzione dell’attività del complesso I della catena respiratoria mitocondriale e una minore attività dell’alfa-chetoglutarato deidrogenasi.
- Una diagnosi accurata della malattia può essere effettuata solo con l’analisi post mortem di campioni istologici.
- Cause
Sebbene l’eziologia della malattia di Parkinson non sia del tutto chiara, è ormai accettata l’ipotesi di un’origine multifattoriale della malattia, in cui interagiscono componenti ambientali e genetiche. Possibili fattori eziologici sono ereditarietà, lesioni cerebrali, infezioni, neurotossine endogene, fattori ambientali e alterate pressioni geniche.
- Si osserva in particolare che l’insorgenza di gradienti metallici nella Snpc in mancanza di efficienti risposte omeostatiche può risultare citotossica e portare al danno ossidativo.
- Fattori ambientali Alcuni fattori ambientali e occupazionali possono aumentare il rischio di insorgenza della malattia.
Tra questi sono compresi l’esposizione a tossine esogene come i pesticidi, i metalli, altri xenobiotici e i prodotti chimici industriali, lo stile di vita (dieta e fumo), il luogo di residenza (ambiente rurale) e l’attività professionale (lavoro agricolo).
L’esposizione a pesticidi, erbicidi, insetticidi e fungicidi si verifica tramite l’assunzione di acqua o cibi contaminati, per contatto cutaneo o per inalazione diretta. L’esposizione cronica a metalli come manganese, rame, ferro, alluminio e piombo aumenta il rischio di sviluppare la malattia, in particolare nei soggetti con storia familiare positiva.
Una correlazione positiva tra malattia, residenza e attività professionale è attribuita all’esposizione a particolari composti chimici utilizzati in agricoltura. Anche le abitudini alimentari possono influire sulla variabilità della malattia di Parkinson.
Cibi ricchi di grassi animali, saturi o insaturi, e di vitamina D incidono positivamente sullo sviluppo della malattia, mentre cibi come noci, legumi, patate e caffè sembrerebbero svolgere un ruolo protettivo. Si osserva inoltre un’associazione inversa tra il fumo di sigaretta e l’insorgenza della malattia.
Fattori genetici Una storia familiare positiva può aumentare il rischio di insorgenza della malattia. Forme ereditarie della malattia sono causate da mutazioni identificate per i seguenti geni: alfa-sinucleina, parkina, dardarina, DJ-1. Circa il 5-10% dei pazienti mostra un modello di ereditarietà autosomico dominante.
- Altre possibili concause
- Alcuni studi suggeriscono come potenziali concause per lo sviluppo della malattia alcune patologie infettive, come certe forme di encefalite.
- In altri studi la malattia di Parkinson è stata associata a lesioni cerebrali, in particolare traumi accompagnati da emorragia; tuttavia non è ancora definitivamente accertato che il trauma possa essere considerato un fattore eziologico.
- Trattamento
Non si conosce una cura per la malattia di Parkinson; tuttavia esistono diversi trattamenti che possono controllarne i sintomi. Un buon trattamento prevede l’intervento sul paziente di diversi specialisti, tra cui neurologi, infermieri specializzati, fisioterapisti e logopedisti.
Ciascun paziente ha una diversa combinazione di sintomi e la terapia farmacologia è calibrata sui bisogni individuali dei malati. Il primo obiettivo del trattamento è ripristinare i livelli di dopamina e ristabilire le normali funzioni dei circuiti cerebrali. I medicinali possono includere: L-dopa, agonisti della dopamina, anticolinergici, amantadine, selegiline, Comt-inibitori.
L’intervento chirurgico può essere preso in considerazione per i pazienti in cui i sintomi della malattia non possono essere adeguatamente controllati con il trattamento farmacologico. L’intervento più efficace oggi disponibile consiste nell’inserimento di pacemaker che stimolino i nuclei del subtalamo.
La ricerca Le cure oggi disponibili sono di aiuto nel controllo dei sintomi della malattia, ma non ne arrestano lo sviluppo. Gli studi si concentrano sulla ricerca delle cause della malattia, sulla prevenzione, sul miglioramento delle terapie, ma anche sullo sviluppo di tecniche di neurotrapianto di sostanza grigia fetale.
: Malattia di Parkinson
Quali sono i sintomi di un forte stress?
Difficoltà a rilassarsi. Scarsa autostima, solitudine, depressione, preoccupazione costante. Tendenza a evitare la relazione con altre persone.
Cosa succede al cervello quando si va in ansia?
Cosa accade nel cervello quando proviamo paura? La paura è una delle reazioni più radicate negli esseri viventi, Il suo scopo è proteggerli dalle minacce esterne. Ha un ruolo così importante che è presente sia nelle forme di vita più elementari sia in quelle più complesse.
- Può assumere forme semplicissime, per esempio il ritrarsi automatico dell’antenna di una lumaca, o molto articolate, come nell’uomo, dove la paura innesca meccanismi che partono dal cervello in risposta a uno stimolo e coinvolgono l’intero organismo.
- La risposta alla paura inizia in una regione chiamata amigdala.
Le amigdale sono due piccole strutture a forma di mandorla situate in profondità nel cervello. Da qui, tutte le volte che ci troviamo di fronte a uno stimolo che è interpretato come minaccia, parte una complessa reazione a catena: vengono rilasciati ormoni dello stress, si attiva una parte del sistema nervoso (il sistema nervoso simpatico) coinvolto in quelle funzioni definite di «attacco o fuga»,
Il cervello entra in uno stato di allerta, le pupille si dilatano. Il respiro accelera. Aumenta anche la frequenza cardiaca, la pressione e il flusso sanguigno, Viene mandato più glucosio ai muscoli, mentre organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, vengono messi in uno stato di ridotta attività.
La concentrazione è tutta sul pericolo che si sta vivendo in quel momento, mentre tutto il resto viene accantonato. Tutto il corpo si prepara ad affrontarlo. Contemporaneamente parte una valutazione della minaccia. Altre aree del cervello (in particolare l’ ippocampo e la corteccia prefrontale ) aiutano a interpretare la minaccia percepita.
- La parte «pensante» del cervello dice alla parte «emotiva» se ci si trova di fronte a un falso allarme (e allora si spegne la risposta) o di fronte a un pericolo reale (e allora la risposta continua a essere alimentata).
- È questo complesso sistema che ha consentito all’uomo di sopravvivere a innumerevoli pericoli nel corso della propria storia.
Ed è lo stesso meccanismo che viene attivato di fronte a pericoli che minacciano la nostra sopravvivenza come la malattia. : Cosa accade nel cervello quando proviamo paura?
Quando trema la palpebra destra?
La causa più frequente del tremore delle palpebre è lo stress. Lo stress è una causa frequente degli spasmi palpebrali. Quando siamo sotto pressione, tutti i nostri muscoli sono all’erta, anche il muscolo della palpebra.
Cosa vuol dire quando ti trema il sopracciglio?
Quali sono le cause degli spasmi al sopracciglio? – Alcune abitudini quotidiane, insieme a stress e affaticamento della vista possono avere come conseguenza il presentarsi di spasmi e tremori a palpebre e sopracciglia. Ma questi possono anche essere causati da una patologia come la paralisi di Bell o la sindrome di Tourette. Tra le cause più comuni degli spasmi alle sopracciglia si trovano:
Alto consumo di caffeina Carenza di magnesio : il magnesio ha un ruolo fondamentale nel mantenere le funzioni nervose e muscolari. La carenza di magnesio (ipomagnesiemia), può essere accompagnata da: debolezza, tremori, perdita di appetito, stanchezza, nausea, cambiamenti di umore Assunzione di alcuni farmaci ad effetto stimolante : farmaci per la cura dell’ADHS, antipsicotici, farmaci antiepilettici, anche se non è ancora chiaro in quale densità, diuretici perché possono causare carenza di magnesio. In caso i tremori siano causati dai farmaci bisogna rivolgersi al proprio medico e valutare se cambiare farmaci o meno o se c’è il bisogno di ridurre il dosaggio Sforzare la vista : l’affaticamento dei muscoli oculari causato dal trascorrere molto tempo davanti ad uno schermo, può indurre tremori e tic del sopracciglio Stanchezza Uso di sostanze stupefacenti, alcol e tabacco Allergie : una reazione allergica e l’istamina conseguentemente rilasciata possono causare anche prurito, oltre agli spasmi oculari. Strofinare gli occhi può causare irritazioni Stress : influenza il corpo in molti modi.
Come si chiama la parte sotto l’occhio?
Anatomia palpebrale Le palpebre sono due strutture muscolo-membranose che servono a proteggere l’occhio e sono formate da 3 strati dalla superficie alla profondità: la pelle, il muscolo orbicolare e il piano tarso-congiuntivale. PELLE. La faccia anteriore di ogni palpebra é formata da una parte oculare, in rapporto con il globo oculare, e di una parte orbitaria, compresa tra la precedente e il bordo orbitario.
- Queste due parti sono separate dal solco palpebrale, che risulta nella palpebra superiore dall’inserzione cutanea del muscolo elevatore della palpebra.
- MUSCOLO ORBICOLARE.
- Innervato dal nervo facciale, è composto da fibre concentriche disposte intorno alla fessura palpebrale ed è anch’esso diviso in due parti: palpebrale e orbitaria.
PIANO TARSO CONGIUNTIVALE. Il tarso palpebrale è un tessuto connettivo fibro-elastico che forma l’impalcatura rigida di ogni palpebra. Tarso superiore. Misura 10 mm di altezza e il suo bordo superiore dà inserzione al setto orbitario e al muscolo di Müller ( piccolo muscolo a innervazione simpatica che svolge un ruolo essenziale, permettendo di tenere gli occhi aperti nello stato di veglia ).
La sua faccia anteriore dà inserzione al tendine del muscolo elevatore della palpebra. Tarso inferiore. Misura 5 mm di altezza e dà inserzione al setto orbitario e al muscolo retrattore della palpebra inferiore ( estensione del muscolo retto inferiore ). Il setto orbitario è una sottile membrana visco-elastica mobile che collega la faccia posteriore dei margini orbitari ai tarsi.
Ha uno spessore variabile, cioè non é simmetricamente distribuito nella sua lunghezza. Nella palpebra superiore si fonde con il tendine del muscolo elevatore della palpebra, nella inferiore si fonde alla fascia dei muscoli retrattori. Durante l’invecchiamento, il setto orbitario cede nella sua parte bassa.
La borsa palpebrale incontra un punto di debolezza, spinge in avanti il setto e lo sorpassa. La congiuntiva è una sottile membrana mucosa che tappezza il versante profondo delle palpebre e si riflette sulla faccia anteriore del globo oculare. L’estrema aderenza della congiuntiva alla faccia posteriore del tarso fa si che da un punto di vista chirurgico rappresentino un solo piano ( tarso-congiuntivale ), mentre tra questo piano e il fornice ( punto di riflessione della congiuntiva palpebrale e bulbare ), la congiuntiva è scarsamente aderente alla faccia posteriore del muscolo di Müller e al retrattore della palpebra inferiore.
Una buona conoscenza dell’anatomia palpebrale è utile sia durante una che una, : Anatomia palpebrale