Perch Le Azioni Telecom Scendono?

Perch Le Azioni Telecom Scendono
Perchè le azioni Telecom scendono? – L’attuale calo delle azioni Telecom è legato alle voci che suggeriscono il possibile ingresso di un nuovo operatore nel mercato italiano della telefonia fissa. Non solo: anche la penalizzazione causata da Moody’s, che ha declassato TIM a causa del debito accumulato, ha portato il trend a peggiorare.

Cosa sta succedendo alle azioni Telecom?

Il titolo di Telecom Italia è in calo. Il valore delle azioni di Telecom Italia ha fatto registrare una perdita di 0,52%, pari a -0.0014 Euro, a 0.2656 Euro.

Quanto può valere Telecom?

€ 0,265 -0,75 %

Che fine ha fatto Telecom?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Gruppo TIM
Logo
Direzione generale a Roma, Corso d’Italia, 41
Stato Italia
Forma societaria Società per azioni
Borse valori
  • Borsa Italiana : TIT
  • Borsa Italiana : TITR
ISIN IT0003497168 e IT0003497176
Fondazione 27 luglio 1994 a Torino
Fondata da Istituto per la Ricostruzione Industriale
Sede principale
  • Milano ( sede legale )
  • Roma (direzione generale)
Controllate TIM (100%) TIM Brasil (100% ) TIM San Marino (100%) FiberCop (58%) INWIT (37,5%) Noovle (100%) Olivetti (100%) Telecom Italia Sparkle (100%) Telsy (100%) TIMvision (100%)
Persone chiave
  • Salvatore Rossi ( presidente )
  • Pietro Labriola ( amministratore delegato e direttore generale )
Settore Telecomunicazioni Information technology Media Bancario
Prodotti Telefonia fissa, telefonia mobile, telefonia pubblica, telefonia ISDN, Internet, fibra ottica, televisione via cavo e IPTV
Fatturato 15,81 miliardi € (2020)
Utile netto 7,2 miliardi € (2020)
Dipendenti 55.198 (2019)
Sito web www.gruppotim.it/
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TIM S.p.A. (in precedenza Telecom Italia S.p.A.), nota anche come Gruppo TIM, è un’ azienda italiana di telecomunicazioni, che offre servizi di telefonia fissa, pubblica, mobile, VoIP, Internet e TV via cavo, in tecnologia IPTV, L’azienda è detentrice di TIM, il marchio di telefonia fissa e mobile italiano, anche in Brasile con TIM Brasil, e nella Repubblica di San Marino con TIM San Marino,

Telecom Italia è anche il settimo gruppo economico italiano per fatturato e tra i primi cinquecento mondiali. La società è quotata nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana, Membro dell’ Istituto Europeo per le Norme di Telecomunicazione (ETSI) e fornitore di servizi nel Sistema Pubblico di Connettività (SPC), Telecom Italia gestisce una parte della connettività Internet e Intranet della pubblica amministrazione italiana in attesa del subentro dei fornitori ( BT Italia, Tiscali e Vodafone Italia ) aggiudicatari della gara Consip, in virtù del contratto stipulato nel 2016.

A partire dal 13 gennaio 2016 la società ha adottato il marchio unificato TIM, rinunciando di fatto al vecchio marchio Telecom Italia, attivo dal 1994.

Chi ha comprato la Telecom?

Tim, la vendita va in rete dal cda esclusiva al fondo Kkr Sara Bennewitz Milano — Un consiglio fiume durato oltre 4 ore, ma che di fronte a una decisione strategica come la vendita della rete fissa di Telecom Italia, alla fine vota all’unanimità, e concede un’esclusiva al fondo Usa Kkr: ora si apre una fase di due diligence lunga per formulare «un’offerta migliorativa» per la Netco.

  1. L’obiettivo di Tim è arrivare a formalizzare il processo entro il 30 settembre, ma è stato deciso un termine molto ampio, con l’auspicio di fare prima.
  2. Kr ha più volte ripetuto che con un’analisi di 4-6 settimane sarebbe in grado di formulare un’offerta vincolante.
  3. Fatta l’offerta, verosimilmente il management avrà bisogno di negoziarla, per poi portarla all’approvazione di un apposito cda.

Diverse fonti sostengono che, un termine più lungo, sia utile anche ai soci italiani come F2i (pronta a rilevare il 15% al fianco di Kkr) e Cdp (pronta a prendere un 3-4% e a valutare nuove opzioni per rientrare in partita) per studiare a fondo il dossier; e al governo per capire meglio i contorni dell’operazione, che comunque resta soggetta al via libera del golden power,

  1. Sparkle, ovvero la società dei cavi sottomarini che collega l’Italia a Israele e ad altre aree strategiche, difficilmente potrebbe passare sotto il controllo del fondo Usa.
  2. Così come la rete avrà bisogno di una governance blindata che garantisca gli interessi nazionali.
  3. Se il cda volta pagina, e scrive un capitolo importante della storia di Tim facendo quadrato intorno all’ad Pietro Labriola, il primo azionista Vivendi (23,75% di Tim) resta ancorato sulle sue posizioni.

«Come tutti gli azionisti – ha detto al Financial Tim es Yannick Bollorè, figlio di Vincent e presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi – vogliamo essere sicuri che il cda valuti come massimizzare il ritorno di tutti gli stakeholders». Secondo l’ Ft, Vivendi resta convinta che separare e cedere la rete, che è il cuore della società, alle valutazioni proposte da Kkr non risolva i problemi del gruppo, tra cui i 25,5 miliardi di debiti, nonché un inefficiente gestione dell’azienda e della governance.

Ieri in Borsa i timori che Vivendi possa bloccare per vie legali o in assemblea l’operazione, hanno prevalso sull’opportunità di valorizzare la rete con Kkr. Il titolo che in mattina era partito con il turbo, ha ripiegato dopo l’articolo dell’ Ft, chiudendo in calo del 2,85% a 0,26 euro. Non a caso, l’ad Labriola in cda avrebbe ricordato l’opportunità di coinvolgere gli azionisti, a cominciare da Vivendi, per illustrare i vantaggi dell’operazione.

Tuttavia, il governo Meloni sarebbe irritato dall’ostruzionismo di Vivendi, che non avrebbe ancora proposto una valida soluzione alternativa. La vendita e la separazione della rete Telecom sono un argomento che si dibatte da anni, e un’operazione complessa che nessun’altra ex monopolista europea ha ancora affrontato.

Il governo Meloni ha più volte parlato di una rete Nazionale, dove la compagine italiana è tutta da costruire, e probabilmente rientrerà in un secondo tempo. Non a caso ieri il cda di Tim, dopo aver sentito il parere di cinque advisor che propendevano per la soluzione dell’offerta di Kkr, ha comunque espresso «apprezzamento per l’offerta di Cdp e Macquarie».

Costruire un’unica infrastruttura tra la rete Tim e quella della rivale Open Fiber (60% di Cassa e al 40% del fondo australiano), resta un progetto sullo sfondo da verificare insieme all’Antitrust Ue. Kkr in proposito è pronta ad aggiungere fino a 2 miliardi di valore in più rispetto alla sua valutazione attuale di 19,5 miliardi, (con un’opzione a salire fino a 21 miliardi al verificarsi di determinate condizioni).

Quando stacca il dividendo Telecom Italia?

TIM S.A. approva il dividendo per l’anno fiscale conclusosi il 31 dicembre 2023, pagabile il 18 aprile 2023.

Quanti debiti ha la Telecom?

Scadenza media: 6,63 anni (solo obbligazioni: 6,29 anni) Tasso fisso del debito finanziario lordo circa 73% Circa il 32% del debito residuo delle obbligazioni (valore nominale) è in USD e GBP con rischio di cambio coperto Costo del debito: circa 4,8%

N.B. I valori sono al netto della rettifica della valutazione al fair value di derivati e correlate passività/attività finanziarie, così composta:

l’impatto sull’indebitamento finanziario lordo è pari a € 581 milioni (di cui € 168 milioni sulle obbligazioni) l’impatto sulle attività finanziarie è pari a € 684 milioni.

Pertanto l’indebitamento finanziario netto è rettificato di – € 103 milioni.

Quanti clienti ha Telecom?

Il Consiglio di Amministrazione di TIM, riunitosi oggi, 3 Agosto 2022, sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha approvato la Relazione Finanziaria al 30 Giugno 2022, Come di consueto, i risultati del primo semestre 2022 (ecco il documento completo) verranno illustrati alla comunità finanziaria in webcast e audio conferenza il 4 Agosto 2022.

  • L’evento avrà inizio alle 11:00 ora italiana (ecco le slide della presentazione),
  • Nel secondo trimestre è proseguita l’azione di stabilizzazione e di rilancio del business domestico e l’accelerazione dello sviluppo di TIM Brasil in seguito all’acquisto degli asset mobili di Oi.
  • Al contempo il Gruppo ha presentato, in occasione del Capital Market Day dello scorso 7 Luglio 2022, il nuovo piano che ha come obiettivi strategici il superamento dell’integrazione verticale attraverso la separazione degli asset infrastrutturali di rete fissa (NetCo) dai servizi (ServiceCo con TIM Consumer, TIM Enterprise e TIM Brasil) e la riduzione dell’indebitamento attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset.

In Italia TIM ha confermato la strategia di posizionamento premium, ‘Value vs. Volume’, anche nel secondo trimestre, limitando al massimo le attività promozionali sia nel fisso sia nel mobile, nonostante il difficile contesto competitivo e l’assenza del piano voucher per i clienti Consumer che aveva avuto un impatto positivo sulle performance nello stesso periodo dell’anno scorso.

  • Sempre nella Business Unit Domestic, nel corso del trimestre è proseguito il contenimento dei costi attraverso il ‘Piano di Trasformazione’, un insieme di azioni volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di TIM.
  • Nel primo semestre, la riduzione dei costi operativi rispetto ad un andamento inerziale è stata pari a circa 200 milioni di euro, il 70% circa del target fissato per il 2022.

Inoltre, sono state identificate ulteriori aree di efficienza legate anche alla razionalizzazione delle Capex e dei leasing, con il conseguente innalzamento a 1,5 miliardi di euro da 960 milioni di euro entro il 2024 del target cumulato di riduzione dei cash cost rispetto ad un andamento inerziale.

  1. TIM Brasil ha registrato nel semestre ricavi da servizi in crescita del 15,2% e un EBITDA in aumento dell’11,8%.
  2. Nel secondo trimestre c’è stata in particolare una forte accelerazione nella crescita dei ricavi da servizi (+21,9% YoY), dell’EBITDA (+18,2% YoY) e della generazione di cassa operativa (EBITDA-Capex, +19,9% YoY) grazie a una solida performance organica e al contributo, a partire da maggio, degli asset mobili di Oi.
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Con questa operazione TIM Brasil punta a diventare l’operatore con i migliori servizi e la migliore qualità della rete in Brasile, confermandosi il player di telecomunicazioni più profittevole in America Latina. Alla luce dei trend operativi del primo semestre, i seguenti target per l’esercizio 2022 sono stati rivisti al rialzo: EBITDA organico di Gruppo a ‘high single digit decrease’ da ‘low teens decrease’; EBITDA AL di Gruppo a ‘low teens decrease’ da ‘mid to high teens decrease’. TIM, a supporto della propria posizione di liquidità, ha incassato, lo scorso 27 Luglio 2022, 2 miliardi di euro relativi al finanziamento sindacato con primarie banche nazionali ed internazionali che beneficia della garanzia SACE. L’Equity free cash flow del semestre è positivo per 16 milioni di euro su base after lease (338 milioni di euro l’equity free cash flow).

Rete in fibra : prosegue l’attività di sviluppo della rete FTTH (Fiber To The Home), con un aumento di 3 punti percentuali della copertura delle unità immobiliari, passata dal 25% al 28% in sei mesi; TIM Enterprise : ricavi da servizi in aumento di circa il 9% YoY, grazie alla crescita del business Cloud (+62% YOY); PNRR : TIM si è vista assegnare quote rilevanti in tutte le gare pubbliche relative allo sviluppo delle infrastrutture fissa e mobile, in particolare: Tutti i lotti della gara ‘5G Backhauling’ per la rilegatura in fibra di 11 mila siti mobili; Sette lotti della gara ‘Italia 1 Giga’, corrispondenti a 1,2 milioni di unità immobiliari da coprire in fibra nelle aree grigie entro il 2026; Quattro lotti della gara ‘Connected Schools’ per la copertura in fibra e la fornitura diconnettività a circa 5.900 scuole; Due lotti della gara ‘Connected Healthcare’ per la copertura in fibra e la fornitura di connettività a circa 3.100 istituti sanitari. Gran parte degli investimenti incrementali nel 2022-2024 derivanti da queste gare sarà assorbito grazie al ‘Piano di Trasformazione’; Accordo commerciale con Open Fiber nelle aree bianche : il 13 maggio scorso TIM, FiberCop e Open Fiber hanno siglato un accordo commerciale che consente il riutilizzo delle infrastrutture di rete nelle cosiddette aree bianche. L’intesa, che inaugura una nuova fase di relazioni tra i principali operatori infrastrutturali italiani nell’ottica di un’accelerazione della copertura del Paese con reti very high capacity network (VHCN), prevede che Open Fiber acquisti da FiberCop il diritto d’uso (IRU) per infrastrutture aeree e collegamenti d’accesso alla casa del cliente per un controvalore complessivo superiore ai 200 milioni di euro. Al tempo stesso, TIM si è impegnata a mettere a disposizione dei propri clienti nelle aree bianche la fibra ottica di Open Fiber. Ciò consentirà di attivare su rete Open Fiber almeno 500 mila clienti che chiederanno di utilizzare la tecnologia FTTH; Processo di integrazione delle reti di TIM e Open Fiber : il 29 maggio scorso CDP Equity (CDPE), società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti, Teemco Bidco S.à.r.l., società lussemburghese controllata da uno o più fondi gestiti da Kohlberg Kravis Roberts & Co.L.P. (KKR), Macquarie Asset Management (Macquarie), Open Fiber e TIM hanno sottoscritto un protocollo di intesa non vincolante relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber. L’obiettivo è avviare un processo volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato, controllato da CDPE e partecipato da Macquarie e KKR. Con la sottoscrizione del protocollo di intesa non vincolante, le Parti si sono impegnate a negoziare in via esclusiva e in buona fede i termini e condizioni dell’operazione con l’obiettivo di addivenire alla firma di eventuali accordi vincolanti entro il 31 ottobre 2022; Polo Strategico Nazionale (PSN) : il 7 luglio il consorzio composto da TIM, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti (attraverso CDPE) e Sogei ha esercitato il diritto di prelazione nell’ambito della gara europea per la realizzazione e gestione del PSN, impegnandosi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario provvisorio. Il PSN prevede la realizzazione e la gestione di un’infrastruttura per l’erogazione di soluzioni e servizi Cloud per la Pubblica Amministrazione, la cui migrazione sarà avviata nel primo semestre 2023. Grazie alle azioni di contenimento dei costi, la marginalità percentuale attesa per TIM è in linea con quella inizialmente prevista. La partecipazione al PSN in qualità di fornitore offrirà, inoltre, a TIM ulteriori opportunità commerciali da cogliere.

Andamento del secondo trimestre 2022 Prosegue la strategia commerciale ‘Value vs. Volume’ che mira a una maggiore razionalità dei prezzi sia nel mercato del fisso sia in quello del mobile e ad una più elevata fedeltà dei clienti. Nel secondo trimestre il tasso di abbandono (‘churn’) nel segmento mobile si è portato ai livelli più bassi degli ultimi 16 anni (3,3%, -0,4pp YoY) ed è migliorato anche nel fisso (3,3%, -0,1pp YoY).

  1. Il numero complessivo delle linee mobili di TIM si è attestato a 30,4 milioni, in crescita rispetto al trimestre precedente di 32 mila unità.
  2. L’ARPU (i ricavi medi per singolo cliente) Human al 30 Giugno 2022 si è attestato a 11,4 euro al mese,
  3. In un mercato che rimane competitivo nella parte a minor valore (clientela low-spending), prosegue il trend di stabilizzazione della base clienti: nella ‘mobile number portability’ (ovvero il flusso verso altri operatori) TIM registra il miglior risultato tra gli operatori infrastrutturati con un saldo netto pari a -67 mila linee.

Al tempo stesso il settore vede il flusso delle portabilità ridursi complessivamente di oltre il 6% YoY, a dimostrazione del raffreddamento della competizione nella parte a maggior valore (clientela high-spending). In assenza del piano voucher per i clienti Consumer, che aveva avuto un impatto positivo anche sulle performance del secondo trimestre 2021, l’andamento delle linee fisse retail è simile a quello registrato nel primo trimestre (-97 mila).

In aumento del 5,5% YoY il ricavo medio dei clienti retail (ARPU BB+ICT). Nel secondo trimestre sono state attivate 175 mila nuove linee retail e wholesale a banda ultralarga, raggiungendo 10,4 milioni di unità con un incremento di oltre il 10% YoY. I ricavi di Gruppo si sono attestati a 3,9 miliardi di euro (-1,4% YoY), in miglioramento rispetto al trimestre precedente (-4,5% YoY).

I ricavi da servizi di Gruppo sono stati pari a 3,6 miliardi di euro, in crescita dell’1,0% rispetto al secondo trimestre 2021 e in miglioramento rispetto al trend del trimestre precedente (-2,5% YoY). Nel segmento Business domestico continua la crescita dei ricavi legati ai servizi innovativi (ricavi ICT) con un incremento del 18,4% YoY.

  • L’EBITDA organico di Gruppo si è attestato a 1,6 miliardi di euro (-8,5% YoY): 1,1 miliardi di euro (-16,3% YoY) quello della Business Unit Domestic e 0,5 miliardi di euro per TIM Brasil (+18,2% YoY).
  • La flessione dell’EBITDA organico della Business Unit Domestic, comunque in miglioramento rispetto al trimestre precedente (-18,3% YoY), è per lo più legata all’andamento dei ricavi, a fronte di costi operativi in calo di circa l’1,0% rispetto al secondo trimestre 2021.

La performance YoY risente dei benefici contabilizzati nel secondo trimestre 2021 relativi ai costi commerciali e di attivazione (allungamento della vita utile dei clienti mobili da 3 a 4 anni e fissi da 7 a 8 anni) e a transazioni non ripetibili in ambito wholesale domestico.

In Brasile, l’integrazione degli asset di Oi ha fornito un’ulteriore spinta al trend di accelerazione dell’EBITDA organico di TIM Brasil. L’EBITDA After Lease si è attestato a 1,3 miliardi di euro (-12,3% YoY): 1,0 miliardi di euro a livello di Business Unit Domestic (-18,0% YoY) e 0,3 miliardi di euro per TIM Brasil (+10,8% YoY).

A livello di Gruppo, gli investimenti si sono attestati a 0,9 miliardi di euro, in linea con gli obiettivi di piano e con un trend stabile rispetto al secondo trimestre 2021 (-0,7% YoY). Il risultato netto attribuibile ai Soci della Controllante si è attestato a -483 milioni di euro nel semestre e a -279 milioni di euro nel secondo trimestre. Perch Le Azioni Telecom Scendono Infrastrutture Al 30 giugno 2022 oltre il 94% dei clienti su rete fissa TIM è raggiunto dalle reti FTTH o FTTC a livello nazionale; nelle aree bianche tale percentuale si attesta al 76%. Prosegue, inoltre, la crescita della copertura FTTH di TIM che ha raggiunto il 28% delle unità immobiliari (La copertura FTTH si riferisce alle cosiddette Unità Immobiliari Tecniche, UIT, che rappresentano 24,3 milioni di unità immobiliari del territorio nazionale per le quali, nel tempo, è stata attivata da TIM una linea, retail o wholesale, telefonica, a banda larga o ultralarga).

  1. La rete 4G di TIM copre oltre il 99% della popolazione nazionale mentre la rete 5G di TIM al 30 giugno 2022 ha raggiunto 110 Comuni,
  2. Nel primo semestre 2022 il volume di dati gestito sulla rete ultrabroadband mobile di TIM è cresciuto del 47,8% rispetto allo stesso semestre del 2021.
  3. Sparkle, operatore globale del Gruppo TIM, grazie alla sua rete in fibra connette Europa, Africa, le Americhe e Asia offrendo capacità trasmissive fino a 100 Gbit/s per la banda gestita e 400 Gbit/s per il trasporto IP.

Noovle, cloud company del Gruppo TIM e Società Benefit, dispone di 16 Data Center realizzati secondo i massimi livelli di sicurezza, protezione, operatività ed efficienza energetica che nel primo semestre 2022 hanno gestito un volume di dati pari a 82,1 Pbyte.

  • Sparkle gestisce una rete di sette “Open Landing & Interconnection Hub”, data center neutrali di ultima generazione per l’approdo dei cavi sottomarini e per l’interconnessione tra operatori, OTT e imprese.
  • Venture capital Nel corso del primo semestre 2022 TIM Ventures, attraverso il fondo UV-Growth, ha investito 7,1 milioni di euro per finanziare parte dell’investimento del fondo in Everli, società di servizi che punta all’evoluzione della spesa online.
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Open innovation Nel primo semestre del 2022 è proseguita la collaborazione con la startup AWorld per un’iniziativa di sensibilizzazione e ingaggio dei dipendenti TIM sui temi del vivere sostenibile. In particolare, dal 22 aprile al 22 giugno è stata lanciata la seconda Challenge Act4Green con l’obiettivo di risparmiare 60.000 kWh di elettricità, obiettivo ampiamente superato con un risparmio di 74.630 kWh.

  • Come riconoscimento all’impegno dei partecipanti, TIM finanzierà l’installazione di 13 luci fotovoltaiche in un villaggio del Senegal.
  • Performance non finanziaria Nel nuovo Piano Strategico 2022-2024, TIM ha rafforzato i propri impegni ambientali, sociali e di governance introducendo nuovi e più ambiziosi obiettivi ESG, confermando i pilastri di strategia climatica, economia circolare, crescita digitale e gender equality che indirizzeranno le iniziative a supporto del raggiungimento degli obiettivi.

Nel secondo trimestre l’Azienda ha ottenuto la validazione scientifica della propria strategia climatica dalla Science Based Targets initiative, l’organizzazione internazionale che promuove la definizione di obiettivi misurabili di riduzione dell’impronta climatica e li valida in modo indipendente per supportare le imprese nella transizione verso un’economia sostenibile.

  1. TIM ridurrà entro il 2030 del 75% le emissioni derivanti dall’attività produttiva dell’azienda (Scope 1) e dall’acquisto di energia elettrica (Scope 2), grazie anche all’impegno di acquistare energia 100% rinnovabile al 2025.
  2. Inoltre, entro il 2030, ridurrà del 47% le emissioni della propria catena del valore (Scope 3) relative all’acquisto di beni e servizi, all’acquisto di beni strumentali e all’utilizzo dei prodotti venduti ai clienti.

La validazione di questi obiettivi di riduzione, calcolati rispetto al 2019, rafforza l’impegno del Gruppo a raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2030 e le “emissioni nette zero” (Net Zero) al 2040 in relazione alle attività a monte e a valle del proprio ciclo produttivo.

Quanto dura il contratto Telecom?

La durata contrattuale è di 24 mesi per tutte le offerte TIM di rete fissa in commercio, eccetto per le offerte Premium 12 e Premium Per TE 12 per le quali è di 12 mesi e per la Premium Voucher che ha durata contrattuale di 20 mesi.

Quante azioni ci sono di Telecom?

– (1) Le percentuali si riferiscono al totale delle azioni ordinarie costituenti il capitale sociale di Telecom Italia, quale risulta dall’ultimo deposito presso il Registro delle Imprese alla data di aggiornamento. In particolare, a seguito dell’emissione in data 27 novembre 2020 di n.126.343.913 azioni ordinarie ad esito dell’offerta pubblica di sottoscrizione a pagamento riservata ai dipendenti nell’ambito del “Piano di Azionariato Diffuso Dipendenti 2020”, il totale delle azioni ordinarie costituenti il capitale sociale di Telecom Italia risulta pari a 15.329.466.496 ed è stata oggetto di iscrizione al Registro delle Imprese in data 28 dicembre 2020.

Che differenza c’è tra Telecom e TIM?

Telecom diventa Tim: ma il nome non è tutto – CorCom Eccoci allo show down. Telecom Italia e Tim hanno presentato il nuovo marchio unificato. Due fasi per la disclosure: presentazione alla stampa del brand e della campagna pubblicitaria istituzionale che ne sosterrà l’immagine presso il grande pubblico.

A fianco dell’amministratore delegato Marco Patuano anche Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web. Un nome di prestigio, ma anche un invito ad un personaggio chiave di Internet per rimarcare la volontà dell’azienda di essere sempre meno un operatore telefonico classico (margini e possibilità di crescita in questo settore sono da anni in declino e lo saranno ancora di più in futuro) e di puntare invece sempre più nei nuovi servizi della Rete (si spera a valore aggiunto) da proporre ai propri clienti.

Cittadini o imprese che siano. Secondo appuntamento in serata, sempre a Roma al Palalottomatica, con #TIMparty, un evento musicale che vedrà alternarsi sul palco Lorenzo Fragola, Benji & Fede e Mika, Se alla mattinata la veste è più istituzionale, alla sera si strizza l’occhio alle nuove generazioni cui Telecom/Tim cerca di guardare con particolare attenzione.

  1. Il nuovo logo non è ovviamente a troppo lontano da quello cui si sono già abituati gli italiani, a partire dai colori rosso e blu che sino ad oggi hanno caratterizzato e continueranno a caratterizzare il brand della telefonia mobile targata Telecom Italia,
  2. Molto semplice, senza quelle “onde” che accompagnavano il vecchio logo di Telecom Italia e che troppo richiamavano, come ha giustamente oservato l’amministratore delegato Marco Patuano, il vecchio mondo della strasmissione analogica.

Simboli a parte, stavolta, però, si tratta di molto di più di un semplice restyling della livrea aziendale. Siamo davanti a un cambiamento che ricorda piuttosto l’operazione del 1994 quando l’incorporazione in Sip di Iritel, Telespazio, Italcable e Sirm diede vita a Telecom Italia,

Oppure richiama la decisione del 1995 quando la telefonia mobile uscì dalla pancia di Telecom Italia dando vita a Tim che venne quotata come società autonoma alla Borsa di Milano (poi ci pensò Tronchetti Provera a riaccorpare le due aziende, e non solo a Piazza Affari). Il nuovo brand offre l’occasione per lanciare la Telecom Italia del futuro.

Che non si chiamerà più così ma, appunto, TIM, Si tratta di un percorso intrapreso già da tempo e che ha avuto una tappa recente col lancio del portale unico per i clienti della telefonia fissa e mobile. Non a caso caratterizzato dall’indirizzo web www.tim.it.

  1. Da mercoledì esisterà in tutte le campagne promozionali e nei rapporti con la clientela soltanto il nome di Tim, che offrirà contemporaneamente servizi fissi e mobili.
  2. Entro il 2016 TIM sarà il punto di riferimento commerciale del Gruppo, un cambiamento che permetterà di riunire in un solo brand le diverse anime di Telecom Italia”, già si legge nel sito web dell’azienda.

Telecom Italia sopravvivrà soltanto come “residuo” legale quotato in Borsa. Ma sarà una sopravvivenza a tempo. Sta succedendo ora in Italia quello che è già accaduto in Francia dove il vecchio incumbent France Telecom è diventato Orange, assumendo il nome della sua controllata mobile anche nelle quotazioni della Borsa di Parigi.

Certo, le strategie delle due aziende sono molto diverse: tanto Orange è diventata ultimamente aggressiva con i suoi tentativi di aumentare la massa d’urto con l’acquisizione di Bouygues Telecom o di attività bancarie di Groupama, altrettanto cauta è la prospettiva di Telecom che punta soprattutto alla crescita organica.

Non acquisizioni maggiori, dunque (mancano tra l’altro le munizioni finanziarie), quanto focalizzazione su core business individuati nella mobilità e nell’ultrabroadband con annessi servizi legati alla rete. Su di essi il management sta puntando ed investendo sempre di più, sia per la clientela business (si pensi a Impresa Semplice o a Nuvola Italiana ) sia per quella consumer (offerte integrate fisso/mobile, Tim premium, smart life).

  • Il cambio del logo diventa dunque una testimonianza che va oltre il restyling grafico.
  • Rappresenta una certificazione dell’abbandono definitivo dei rimpianti per le glorie degli anni Novanta, importanti ma ormai sepolte, per guardare a un futuro dove conteranno sempre più qualità e nuovi servizi oltre la voce.

Un terreno di gioco dove la competizione non sarà solo fra operatori telefonici ma anche tra fornitori di contenuti e prodotti “over-the-top”. Un ambito competitivo dove la nostalgia del passato è solo un ostacolo alle prospettive di crescita. Non è un salto nel buio, ma certamente è una scommessa tutta da vincere.

Come uscire da Telecom?

Recesso anticipato TIM: come effettuarlo – Quando invece si deve accedere al servizio di recesso anticipato TIM, valido fino a 14 giorni dal momento della stipula del contratto, la fornitura può essere annullata senza alcuna spesa aggiuntiva. Dopo aver chiamato il Servizio Clienti al numero 187, bisogna chiedere all’operatore a quale indirizzo inviare la richiesta di recesso.

Come denunciare la Telecom?

Come segnalare al call center – Puoi fare una comunicazione telefonica ai numeri:

187 (privati / linea fissa) 119 (privati / linea mobile) 191 (clienti business) 800 191 101 (per le medie e grandi Aziende).

Operativi ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Inoltre, ti segnaliamo altri contatti utili in caso di disservizi:

800 41 50 42, per le emergenze relative a pali e cavi 800 187 800, per i possessori di IPTV. 800 447 788, dedicato ai clienti che necessitano supporto sulla linea ADSL

Il servizio di assistenza tecnica Tim Telecom è raggiungibile tutti i giorni, dalle 7 del mattino fino alle 24. Se invierai un messaggio al di fuori di questo intervallo, riceverai una risposta al tuo quesito non appena gli operatori saranno nuovamente attivi. Ti raccomandiamo vivamente di prendere nota del codice operatore con cui hai parlato e la data e l’ orario della chiamata.

Come si chiamava prima la Telecom?

Le origini – L’attuale Tim ha origine nel 1923, quando il governo di Benito Mussolini riorganizza il servizio telefonico. Nel 1964 nasce Sip, che riunisce le cinque società precedenti, posta sotto il controllo di Stet, Il gruppo si pone all’avanguardia fra gli operatori del settore nelle sperimentazioni sulla telematica, sui collegamenti in fibra e sulla rete intelligente.

Telecom Italia nasce formalmente il 27 luglio 1994, dalla fusione di Sip, Iritel, Telespazio, Italcable e Sirm. L’anno successivo prende vita Telecom Italia Mobile (Tim). In vista della privatizzazione, nel 1997 Telecom Italia viene fusa con Stet. Sotto la guida di Vito Gamberale, Tim è ancora all’avanguardia nel mondo, sia nei servizi (carte prepagate), sia nelle infrastrutture (posa della rete in fibra ottica).

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Nel 1996 Seat Pagine Gialle, controllata di Telecom Italia, viene scissa e ceduta. Comincia una storia parallela, quella di Seat, che costituisce uno dei pochi flop del private equity nel nostro Paese.

Chi c’è dietro TIM?

Chi ha comprato la Telecom? – MILANO – Pirelli e Benetton sono i nuovi padroni di Telecom Italia e, quindi, del maggior gruppo di telecomunicazioni italiano con le sue controllate Tim e Seat.

Chi vuole comprare TIM?

Il fondo americano KKR vuole acquisire Tim: sul tavolo 20 miliardi Il fondo di investimento americano KKR, Kohlberg Kravis Roberts, ha recapitato una proposta d’acquisto non vincolante presso il cda della Tim per l’acquisizione della società: si tratta della principale compagnia di telecomunicazioni italiana, settimo gruppo economico italiano per fatturato che detiene la maggior parte delle infrastrutture di telecomunicazione del Paese.

«TIM comunica di aver ricevuto da KKR un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione in una costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle (cd. “Netco”)» si legge sul sito dell’azienda.

Essendo un’infrastruttura strategica, la rete Tim è coperta dal Golden Power, lo strumento normativo che conferisce al governo la facoltà di porre condizioni o veti in caso di tentativo d’acquisto di una compagnia strategica italiana da parte di una società straniera.

  1. Senza il consenso del governo, dunque non potrà essere venduta, sebbene il cda di Tim si sia riunito proprio ieri sera per dare il via ad una prima valutazione dell’offerta del colosso americano.
  2. Secondo alcune indiscrezioni, statunitense ammonterebbe a circa 20 miliardi di euro, anche se la società non ha diffuso ufficialmente la cifra, e la banca d’affari americana JP Morgan svolgerebbe il ruolo d’intermediario nell’affare.

Le valutazioni dell’esecutivo rispetto a un’eventuale privatizzazione dell’infrastruttura non dovrebbero essere positive, in quanto l’attuale partito di maggioranza, FdI, ha sempre sostenuto la necessità di riportare la rete di telecomunicazioni sotto il controllo pubblico,

  • Tuttavia, ora il governo potrebbe ritrovarsi a trattare con poteri extranazionali dal peso soverchiante che potrebbero indurlo ad “ammorbidire” la linea intrapresa durante la campagna elettorale.
  • Già in passato, infatti, il media statunitense Bloomberg, riferimento del mondo finanziario americano, aveva messo in guardia l’attuale esecutivo dai rischi che comporterebbe la nazionalizzazione di società strategiche: «I membri della coalizione di destra hanno promesso di rinazionalizzare completamente la banca Monte dei Paschi di Siena e l’ex monopolio Telecom Italia, fortemente indebitato, responsabile della scarsa copertura della banda larga in Italia, e di bloccare la vendita della compagnia aerea nazionale ITA Airways al gruppo di private equity Certos» in un editoriale dove viene anche aggiunto che «Questo processo metterà sotto pressione il debito italiano».

Attualmente, Tim è controllata dal gruppo francese Vivendi, mentre lo Stato, tramite Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), detiene appena il 9,81% delle azioni: l’esecutivo di Giorgia Meloni ha più volte ribadito che intende riportare Tim sotto controllo pubblico, anche per preservare i 40.000 dipendenti della società italiana dal rischio di licenziamento.

Tuttavia, le pressioni della finanza internazionale per acquisire la compagnia sono insistenti: già nel novembre del 2021, infatti, KKR aveva fatto una proposta di acquisto della società per 10,8 miliardi (0,50 euro per azione), ma la proposta era stata giudicata bassa dal cda di Tim – guidato dall’Ad Pietro Labriola – che non aveva permesso a Kkr di fare un’ulteriore valutazione sulla società, costringendola a un passo indietro.

L’azienda americana, inoltre, possiede già il 50% delle torri telefoniche di Vantage (e quindi una quota di Inwit) e il 37,5% della rete secondaria di Tim, Fibercop. Il dossier è ora nelle mani del Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, il quale a inizio gennaio nel corso di un’audizione in commissione Trasporti della Camera, in materia di telecomunicazioni, che l’obiettivo del governo «è quello non di rete unica ma di una rete nazionale che copra al più presto tutti gli ambiti del nostro territorio, a controllo pubblico».

  • Inoltre, secondo Urso, la privatizzazione di Tim sarebbe stata un errore, in quanto la comunicazione è un argomento di interesse nazionale e, invece, quando la compagnia venne privatizzata, si ritenne il contrario.
  • Secondo la linea fin qui sostenuta, dunque, il governo non dovrebbe concedere l’approvazione per l’acquisizione di Tim da parte di KKR, ma le pressioni internazionali potrebbero indurlo a un passo indietro.

In tal caso, si proseguirebbe con la politica di “svendita” del Paese cominciata da Mario Draghi negli anni Novanta sul panfilo “Britannia”. Una tale decisione porterebbe l’Italia a privarsi di quei pochi asset pubblici strategici di cui ancora dispone, rinunciando al Golden power, ossia alla sovranità sulle sue infrastrutture strategiche.

Secondo indiscrezioni, Cdp è ancora intenzionata a lanciare un’offerta, nella seconda metà di febbraio, che si aggira anch’essa intorno ai 20 miliardi di dollari: ad oggi, però, l’unica proposta concreta è quella di KKR. Resta da vedere, dunque, se l’attuale esecutivo eserciterà o meno il Golden power restituendo agli italiani un asset indispensabile per il Paese e mantenendo fede a quanto dichiarato in campagna elettorale.

: Il fondo americano KKR vuole acquisire Tim: sul tavolo 20 miliardi

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Data – Ora Ultimo Contratto: 26/07/23 – 17.08.29
Quantità Ultimo 520
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