Quanto e ogni quanto è indicato effettuarla? – L’ecografia della mammella non è raccomandata come test di screening, ma viene prescritta dal medico curante o da uno specialista ( senologo, radiologo, oncologo ecc.) in caso di anomalie riscontrate dall’esame al seno o dalla mammografia.
Cos’è più importante la mammografia o l’ecografia?
A cosa serve la mammografia? – Quando si parla di mammografie si fa riferimento, molto semplicemente, alle radiografie alla mammella, Il ricorso a questo esame permette di identificare noduli di dimensioni ridotte o comunque minuscole calcificazioni che potrebbero risultare pericolose, così come lesioni di altro genere sospette, tali da far sorgere il dubbio della presenza di una neoplasia.
Cosa si vede con l’ecografia mammaria?
L’ecografia al seno o ecografia mammaria è un esame non invasivo di diagnostica per immagini. Serve per indagare la ghiandola mammaria e i linfonodi del cavo ascellare, evidenziando eventuali anomalie. L’ecografia del seno è un esame di prevenzione utile come indagine di primo livello sia in presenza di sintomi sia come esame di screening routinario dall’età di 28 anni.
Quando si deve fare l’ecografia al seno?
I controlli consigliati per età – Già prima dei 30 anni è essenziale imparare a conoscere bene il proprio corpo praticando l’ autopalpazione, Si tratta di un test semplicissimo che può eseguire ogni donna dopo l’inizio delle mestruazioni, quando il seno è più valutabile, o in caso di alterazioni rispetto all’aspetto generale della mammella.
A questo si aggiunge, tra i 30 e i 40 anni, l’importanza di sottoporsi a controlli periodici attraverso un’ ecografia mammaria associata ad una consulenza senologica, che tenga conto anche dei fattori di rischio individuali. Superati i 40 anni, gli studi scientifici e le linee guida internazionali dimostrano che sottoporsi a una mammografia con regolarità riduce rispettivamente del 20% e del 40% la mortalità per tumore alla mammella.
L’esame andrebbe fatto:
ogni anno tra i 40 e i 50 anni; a cadenza biennale tra i 50 e i 70 anni.
Nel caso di seni densi o di alterazioni dubbie, è possibile abbinare mammografia e ecografia nella stessa seduta e con il medesimo radiologo. La frequenza delle visite e degli esami deve essere comunque concordata con il proprio medico e personalizzata in base al livello di rischio familiare e al tipo di mammella.
Cosa vede la mammografia e cosa l’ecografia?
Inoltre l’ ecografia al seno è utilizzata prevalentemente per la valutazione della situazione fibrosa e per le donne giovani. La mammografia invece è dedicata alle donne di oltre quarant’anni e serve principalmente per la diagnosi precoce di eventuali tumori.
Cosa vede l’ecografia che non vede la mammografia?
Ecografia mammaria: che differenza con la mammografia Ecografia mammaria e sono le due indagini diagnostiche più importanti per la valutazione periodica del seno e delle sue condizioni. Il loro ruolo è centrale nella prevenzione del tumore della mammella, la forma più diffusa di neoplasia tra la popolazione femminile.
Se questa forma di cancro è il carcinoma maggiormente diagnosticato nelle donne, parallelamente crescono i tassi di guarigione e la mortalità si abbassa. Questo grazie soprattutto all’attività di prevenzione, incentrata su protocolli ben definiti con l’obiettivo di diagnosticare precocemente la malattia e permettere di curarla nella maniera più efficace e meno invasiva possibile.
La differenza tra queste due metodologie diagnostiche sta nella tecnologia che sfruttano. L’ ecografia al seno si basa sul principio degli ultrasuoni, mentre l’esame mammografico funziona grazie all’emissione di radiazioni. Con il progresso delle tecnologie, i più moderni mammografi sono in grado di eseguire gli esami con l’emissione di dosi di radiazioni estremamente contenuti.
Come appare un tumore al seno in ecografia?
Tipologia degli US specifica di carcinoma mammario – Specifici tipi di carcinoma mammario sono stati studiati.Nonostante le apparenze variano notevolmente, alcuni modelli sono tipici. I carcinomi mucinosi spesso sono circoscritti, ma possono a volte avere margini irregolari.
- Queste lesioni possono essere sia ipoecogena o isoecogena rispetto all’adipe sottocutaneo.Il carcinoma tubulare è di solito ipoecogeno ma senza margini definiti e cono d’ombra posteriore.
- Il carcinoma duttale infiltrante di solito appare come una massa di forma irregolare con margini spiculati con ombre e distorsione architettonica del tessuto mammario adiacente.
Questa lesione può contenere microcalcificazioni maligne. Il carcinoma lobulare infiltrante spesso non provoca una reazione desmoplastica.Questo istotipo è spesso poco visibile alla mammografia e può essere difficile da diagnosticare anche ecograficamente.
Butler et al hanno riferito che queste lesioni erano ecograficamente occulte nel 12% dei casi. In circa il 60% dei casi, si presentava come una massa ipoecogena eterogenea con margini angolari o mal definiti e ombra acustica posteriore. Nel 15% dei casi, US hanno dimostrato shadowing focale senza nodulo; nel 12% dei casi, US mostrava una massa circoscritta lobulata.
Il carcinoma midollare spesso appare come una massa ipoecogena con rinforzo acustico (aumento attraverso la trasmissione). Esso può essere scambiato per una cisti dagli US. Soo et al hanno studiato il carcinoma papillare della mammella,. Hanno trovato che la forma cistica in situ può apparire sia come massa solida o come una massa cistica complessa, con un componente solida interna In entrambi i casi il rinforzo acustico tende ad aumentare.Lo studio Doppler può dimostrare poli vascolari intratumorali.
Quanto è affidabile l’ecografia al seno?
Affidabilità e limiti – Nelle donne giovani prevale la componente ghiandolare, mentre con il progredire dell’ età questa parte si riduce a favore della porzione adiposa e fibrosa delle mammelle. L’ecografia mammaria è un esame particolarmente indicato per le donne sotto i 40 anni, con seni radiologicamente densi o qualora l’esame mammografico ne richieda la comparazione.
Per il cancro della mammella, l’ecografia presenta un’accuratezza diagnostica stimata tra il 78 e il 96%. Se alla palpazione si identificano alterazioni nodulari o alla mammografia si visualizzano aree sospette, o di difficile interpretazione, l’esame ecografico può aiutare a risolvere il dubbio diagnostico.
L’utilizzo dell’ecografia al seno è limitato dall’impossibilità di visualizzare contemporaneamente tutto il volume della mammella e dalla difficoltà di identificare lesioni maligne in fase precoce (per questo, l’esame ecografico è complementare alla valutazione clinica e alla mammografia).
- Inoltre, l’esame ecografico non può sostituire la mammografia nella ricerca del tumore maligno in fase precoce, in quanto non individua le calcificazioni microscopiche rilevabili dalla mammografia.
- L’affidabilità di questo esame dipende molto dalla competenza del medico che la esegue: si dice, infatti, che l’ecografia sia un’indagine “operatore-dipendente”.
Per questo motivo, è importante che venga eseguita presso un centro specializzato, da medici radiologi con un’esperienza specifica sulle patologie del seno e sulla loro identificazione ecografica.
Quante donne vengono richiamate dopo la mammografia?
– di MARTA RUSSO 27 Ottobre 2020 Nel biennio 2016-2017, lo screening ha permesso di scoprire 16.000 carcinomi mammari, a fronte di 1.900 formazioni benigne, con un tasso di identificazione di circa 4,6 tumori ogni mille donne sottoposte a screening. Ogni 100 donne esaminate, 6 vengono richiamate per approfondimenti (seconda mammografia, ecografia e visita clinica).
Cosa cambia tra mammografia e ecografia mammaria?
L’ecografia sfrutta il principio degli ultrasuoni (radiazioni non ionizzanti), mentre la mammografia l’emissione di radiazioni ionizzanti (seppur a basse dosi). L’ecografia è indicata per le donne sotto i 40 anni in quanto, in questa fascia d’età, il seno ha una struttura ghiandolare più densa.
Quali sono i sintomi di un tumore al seno?
Quali sono i sintomi del tumore al seno? – La maggior parte dei tumori del seno non provoca sintomi evidenti e viene individuata mediante indagini strumentali come la mammografia, Il sintomo più comune e riconoscibile, comunque, è la comparsa di un nodulo palpabile o di un’ area ghiandolare ispessita nel seno,
Che cosa si può vedere con l’ecografia?
Che cos’è l’ecografia? – In cosa consiste l’esame? L’ ecografia è una metodica diagnostica non invasiva che utilizzando ultrasuoni (onde sonore) emessi da particolari sonde appoggiate sulla pelle del paziente, consente di visualizzare organi, ghiandole, casi sanguigni, strutture sottocutanee ed anche strutture muscolari e tendinee in numerose parti del corpo.
Cosa vuol dire avere un seno denso?
Il seno denso potrebbe aumentare il rischio di tumore alla mammella. Quando si usa il termine ‘ seno denso ‘ si fa riferimento a quella particolare natura del seno femminile di essere caratterizzato dalla maggiore presenza di ‘tessuto denso ‘ che è inteso come il tessuto ghiandolare invece del tessuto grasso.
Quali tumori si vedono con l’ecografia?
Quindi i tumori rilevabili da un esame ecografico sono solo quelli a fegato, pancreas, milza, reni o vescica.
Come appare un tumore al seno nella mammografia?
2 – Quali sono i segni per sospettare un tumore alla mammella? Oltre al nodulo mammario esistono altri segni per sospettare un tumore al seno? Il dolore al seno è sintomo di tumore? – Nella larga maggioranza dei casi il tumore al seno si presenta alla donna e al medico come un nodulo duro alla palpazione.
Il tumore è palpabile solo a partire da un diametro di circa 1 cm. Sempre più spesso è il radiologo, con una mammografia o l’ecografia eseguita, colui che riscontra il tumore non palpabile. Ogni nodulo che compare dopo i 30 anni deve essere considerato dubbio. In altri casi, fortunatamente rari, il tumore della mammella si presenta con segni tipo retrazione della pelle, arrossamenti localizzati o diffusi, retrazione o cambiamento del capezzolo, secrezione ematica abbondante dal capezzolo e aumento delle dimensioni di un linfonodo all’ascella.
Il tumore al seno nella maggior parte dei casi non provoca dolore.
Quanto tempo si sviluppa un tumore al seno?
Ian Tannock del Princess Margaret a Toronto, in Canada, biologo molecolare tra i più impegnati nella proliferazione cellulare, noto per aver studiato e stabilito i tempi di crescita di un tumore, afferma: “I tumori umani crescono lentamente e il tempo di raddoppio è lo stesso per ogni tumore, indipendentemente dal loro volume”.
Questa modalità di crescita viene chiamata “crescita esponenziale”. Affinché da una singola cellula la crescita di un tumore raggiunga la dimensione di un 1 cm. di diametro sono necessari 30 tempi di raddoppio, 1 cm di diametro rappresenta il limite minimo perché un tumore si possa identificare clinicamente.
Per quelli solidi, come il cancro della mammella, il tempo di raddoppio è di circa 2 mesi. Ragion per cui, se questo tempo rappresenta il periodo di latenza prima della sua evidenza clinica, quel tumore impiegherà circa 5 anni dal momento della sua insorgenza a quello in cui lo si potrà scoprire”.
I tempi di raddoppio per il cancro del polmone sono di 3-5 mesi. L’American College of Chest Physicians ha recentemente pubblicato le linee-guida per la valutazione dei noduli solitari del polmone, basate principalmente sulle dimensioni dei nodulo e sulla presenza di fattori di rischio per lo sviluppo di carcinomi.
Le lesioni maligne presentano tipicamente un tempo di raddoppio delle dimensioni compreso tra un mese ed un anno; pertanto, un nodulo che raddoppia le proprie dimensioni in meno di un mese, oppure che ha mantenuto dimensioni stabili per più di 1-2 anni è più probabilmente benigno.
- Per il cancro primitivo del colon-retto il tempo di raddoppio è di 6 mesi, La quasi totalità dei carcinomi del colon-retto si sviluppa a partire da una lesione preesistente, inizialmente benigna, chiamata polipo adenomatoso, in un intervallo di tempo di circa 10 anni.
- Per quello della prostata il tempo di raddoppio è di 2 mesi, tenendo comunque presente di una certa variabilità da soggetto a soggetto.
Si considera che la cellula neoplastica del tumore della prostata sia caratterizzata da una crescita lenta (tempo di raddoppiamento variabile fra 50 e 120 giorni. Si ritiene infatti che debbano trascorrere dai 10 ai 15 anni perché tale neoplasia si manifesti.
- La neoplasia, dalla zona periferica della ghiandola, si può propagare in tempi successivi in ogni direzione, può sconfinare verso la capsula prostatica e le vescichette seminali.
- Per altri tumori, La storia naturale della malattia è eterogenea e solo parzialmente nota.
- Tudi prospettici di sorveglianza di pazienti affetti da epatopatia cronica hanno dimostrato che la maggioranza dei casi di epatocarcinoma si sviluppano come tumore singolo, ed hanno un tempo di raddoppio che varia tra 1e 20 mesi.
I tumori infantili, il cancro del testicolo e diversi tipi di linfoma nell’adulto, crescono invece, più rapidamente. Il modo più semplice per dimostrare quanto sia lungo il periodo di “silenzio” di un tumore, è quando, come nel caso del cancro della prostata, venga scoperto accidentalmente al tavolo autoptico di una paziente deceduto per cause diverse da quelle del cancro.
Infatti, la mortalità dovuta al cancro è rappresentata da quel processo in cui le cellule tumorali si staccano dal tumore primitivo e si diffondono nell’organismo: metastasi, e se i tumori sono scoperti prima che questa si manifesti, il paziente è guaribile. Qualora invece un tumore venga scoperto dopo la sua diffusione metastatica, ma comunque in anticipo rispetto alla sua evidenza clinica, può essere curato consentendo un miglioramento della qualità della vita e un prolungamento della medesima, con scarse, comunque, probabilità di guarigione.
Va infine ricordato che, per diversi tipi di tumori, la formazione di metastasi può avvenire anche durante il loro periodo di latenza, prima cioè e comunque meglio curabili anche se non guaribili. Ecco perché sono importanti i test di screenings: “come il caso della colonscopia nei tumori del colon e retto o della mammografia nel cancro della mammella, questi test vengono utilizzati su soggetti asintomatici al fine di diagnosticare in tempo utile un tumore latente o come nel caso del colon, lesioni pre-tumorali.
Concettualmente, uno screening allungherà il tempo che intercorre dalla diagnosi all’eventuale decesso del soggetto, rispetto al tempo che intercorre dalla sua evidenza clinica e la morte del paziente. In Italia, nonostante i notevoli progressi, vi è una insufficiente presa di coscienza circa l’enorme importanza dovuta alla prevenzione.
Basti pensare alla scarsa frequenza con cui nel nostro paese si sottopongono ai controlli come colonscopia, Pap-Test e mammografia. Bibliografia essenziale
Ian Tannock The basic science of oncology, Volume 2004 McGraw-Hill, New York pagg 179-180 Lubaroff DM, Konety BR, Link B, Gerstbrein J, Madsen T, Shannon M, Howard J, Paisley J, Boeglin D, Ratliff TL, Williams RD. Phase I clinical trial of an adenovirus/prostate-specific antigen vaccine for prostate cancer: safety and immunologic results. Clin Cancer Res.2009 Dec 1;15(23):7375-80. Wilson GD, Paschoud N, Pavy JJ, Weber K, Weber P, Dubray B, Coucke PA. Reproducibility of measurements of potential doubling time of tumour cells in the multicentre National Cancer Institute protocol T92-0045. Br J Cancer.1999 Jan;79(2):323-32, Elias D.Impact of tumor doubling time on the therapeutic strategy: application to so-called synchronous metastases of colorectal cancers Ann Chir.1998;52(5):413-20. Antognoni P, Terry NHA, Richetti A, Luraghi R, Tordiglione M, Danova M. The predictive role of flow cytometry-derived tumor potential doubling time (Tpot) in radiotherapy: open questions and future perspectives. Int J Oncol.1998 Feb;12(2):245-56, Bailey SL, Sigal BM, Plevritis SK. A simulation model investigating the impact of tumor volume doubling time and mammographic tumor detectability on screening outcomes in women aged 40-49 years. J Natl Cancer Inst.2010 Aug 18;102(16):1263-71. Tanno S, Sasajima J, Koizumi K, Yanagawa N, Nakano Y, Osanai M, Mizukami Y, Fujii T, Obara T, Okumura T, Kohgo Y. Tumor doubling time in two cases of main duct intraductal papillary-mucinous neoplasms of the pancreas. Hepatogastroenterology.2009 Sep-Oct;56(94-95):1545-8. Pagès ON. Pulmonary metastasis resection: is it a question of optimal timing or tumor doubling time? Eur J Cardiothorac Surg.2008 Dec;34(6):1274. Mehrara E, Forssell-Aronsson E, Ahlman H, Bernhardt P. Quantitative analysis of tumor growth rate and changes in tumor marker level: specific growth rate versus doubling time. Acta Oncol.2009;48(4):591-7. Kito A, Tanaka K, Fujimaki H, Nakazawa M, Togo S, Minami M, Shimada H. Tumor doubling time and local immune response to hepatic metastases from colorectal cancer. J Surg Oncol.2007 Nov 1;96(6):525-33, Ozono S, Miyao N, Igarashi T, Marumo K, Nakazawa H, Fukuda M, Tsushima T, Tokuda N, Kawamura J, Murai M; Japanese Society of Renal Cancer. Tumor doubling time of renal cell carcinoma measured by CT: collaboration of Japanese Society of Renal Cancer. Jpn J Clin Oncol.2004 Feb;34(2):82-5 Umetani N, Masaki T, Watanabe T, Sasaki S, Matsuda K, Muto T. Retrospective radiographic analysis of nonpedunculated colorectal carcinomas with special reference to tumor doubling time and morphological change. Am J Gastroenterol.2000 Jul;95(7):1794-9. Ollila DW, Morton DL. Tumor doubling time and survival J Surg Oncol.1999 Aug;71(4):249. Pollack A, Zagars GK, el-Naggar AK, Terry NH. Relationship of tumor DNA-ploidy to serum prostate-specific antigen doubling time after radiotherapy for prostate cancer. Urology.1994 Nov;44(5):711-8. Usuda K, Saito Y, Sagawa M, Sato M, Kanma K, Takahashi S, Endo C, Chen Y, Sakurada A, Fujimura S. Tumor doubling time and prognostic assessment of patients with primary lung cancer. Cancer.1994 Oct 15;74(8):2239-44. Weiss W. Tumor doubling time. Chest.1981 May;79(5):612-3. Maggs PR. Calculating tumor doubling time. Ann Thorac Surg.1977 Dec;24(6):595.
Quando preoccuparsi di un nodulo al seno?
Segnali d’allarme un nodulo duro e di consistenza irregolare. cute a buccia d’arancia accanto al nodulo. cute spessa o arrossata sul seno. perdita ematica dal capezzolo.
Perché non basta la mammografia?
A volte la mammografia non basta – Solitamente però la mammografia non è sufficiente. Molto spesso, infatti, nelle giovani donne la densità del tessuto mammario è tale da rendere questo esame non completamente affidabile. Questo perché nel seno denso c’è una minore quantità di tessuto adiposo e una maggiore di tessuto epiteliale e stromale (cioè delle parti che costituiscono lo «scheletro» della mammella) e la componente ghiandolare prevale su quella adiposa, cosicché i raggi X vengono bloccati e non permettono di identificare differenze di radiopacità, ovvero di densità del tessuto.
Quando la mammografia e negativa?
Cos’è la mammografia falsi negativi ( mancata individuazione di tumori già presenti ); esposizione a (basse) dosi di radiazioni.
Quando si ha un tumore al seno fa male?
Il cancro del seno è sempre infiltrante? Ci sono diversi tipi di tumore al seno, che possono svilupparsi in diverse parti della mammella. Una prima importante distinzione può essere fatta tra forme non invasive e forme invasive. Le forme non invasive, dette anche carcinoma in situ, si sviluppano nei dotti e non si espandono al di fuori del seno.
- Difficilmente questa forma dà luogo a noduli palpabili al tatto, più spesso viene identificata attraverso la mammografia.
- La più comune forma di carcinoma in situ è il carcinoma duttale in situ.
- Il cancro al seno invasivo ha la capacità di espandersi al di fuori del seno.
- La forma più comune è il carcinoma duttale infiltrante, che rappresenta circa i 3/4 di tutti i casi di cancro della mammella.
Per saperne di più consulta la pagina: Il tumore della mammella, Il dolore al seno è un sintomo di tumore? Raramente il tumore al seno dà dolore. Spesso il primo sintomo riconoscibile è un nodulo o un’area ispessita nel seno. Fortunatamente la maggior parte dei noduli, circa il 90%, non sono forme tumorali.
cambiamenti nella forma o nelle dimensioni di uno o di entrambe le mammelle perdite dai capezzoli rigonfiamenti sulle ascelle avvallamenti, fossette sulla pelle del seno arrossamenti intorno al capezzolo cambio nell’aspetto del capezzolo o retrazione dello stesso alterazione della cute (cute a buccia d’arancia) dolore ingiustificato al seno o all’ascella.
Qual’è la prevenzione per il cancro del seno? Innanzitutto è fondamentale la diagnosi precoce: bisogna quindi aderire ai programmi di screening per il tumore della mammella e sottoporsi ai controlli periodici indicati dal proprio medico curante. La prevenzione del tumore della mammella passa anche per stili di vita corretti.
Come si presenta un nodulo maligno in ecografia?
Noduli benigni e tumori maligni: quando preoccuparsi, caratteristiche, diagnosi e terapia. I noduli al seno sono lesioni alla mammella solitamente non visibili: si possono riscontrare in donne di ogni età e possono trovarsi su una o su entrambe le mammelle.
al tatto ha una consistenza molle quando lo si tasta con i polpastrelli risulta mobile forma ben definita e contorni regolari, netti e lisci nella norma, non è vascolarizzato: non ha vasi sanguigni che apportano nutrienti al nodulo e che quindi lo possono far crescere senza controllo può essere sia dolente che non dolente non modifica forma e pelle del seno può presentare micro e macro calcificazioni che per forma, densità, localizzazione, distribuzione e numero non sono preoccupanti
Le caratteristiche peculiari di un nodulo maligno, che dovranno essere comunque valutate e confermate dall’Oncologo, generalmente sono le seguenti:
non è mobile al tatto ma fisso e ha una consistenza dura rispetto al resto della mammella contorni irregolari, sfumati e frastagliati e non ha una forma definita può infiltrare le ghiandole circostanti, causare reiterazione della pelle della mammella e modificare la forma del seno è vascolarizzato: si nutre dai vasi sanguigni che fanno sì che cresca in volume e dimensioni può presentare micro e macro calcificazioni che per forma, densità, localizzazione, distribuzione e numero sono sospette o destano preoccupazione
Bisogna fare attenzione a quei noduli considerati sospetti, che hanno caratteristiche intermedie tra i benigni e i maligni: non del tutto mobile, ma neppure completamente fisso, vascolarizzato con contorni o forme non ben definiti, ma neppure atipici.
Autopalpazione Ecografia Mammografia Risonanza Magnetica Biopsia
Per quanto riguarda le Terapie da adottare per guarire dai noduli al seno, sarà compito dello Specialista consigliare la giusta strada tra tecnica dell’agoaspirato, terapia farmacologica, rimedi naturali ed intervento chirurgico. Fonte: : Noduli benigni e tumori maligni: quando preoccuparsi, caratteristiche, diagnosi e terapia.
Quali valori si alterano in caso di tumore al seno?
Interpretazione – Un valore negativo non permette di escludere la presenza di un tumore al seno e l’esame dovrebbe quindi essere usato solo in caso di diagnosi già formulata, che in genere viene posta a seguito di un iter che prevede:
esami di imaging
mammografia, ecografia, eventualmente risonanza magnetica,
biopsia.
L’analisi del marker trova invece applicazione in fasi successive, in quanto circa il 75-80% delle pazienti con cancro al seno avanzato mostra livelli elevati del marcatore; questo significa tuttavia che
circa una donna su quattro con tumore avanzato avrà comunque valori bassi o negativi; nel caso di tumori localizzati solo il 10% delle donne mostra livelli apprezzabili del marker.
Nelle donne con diagnosi di tumore al seno in cui si siano rilevate quantità apprezzabili del marker, l’aumento dei livelli di CA 15-3 in genere significa progressione o ripresa del tumore; spesso un aumento significativo è correlato con la metastatizzazione del tumore, nonostante il trattamento eventualmente in corso.
Maggiore è la dimensione del tumore o la sua diffusione (soprattutto in aree come fegato e ossa), maggiori saranno i livelli di CA 15-3. La diminuzione dei valori a seguito dell’inizio del trattamento è in genere un’affidabile indicazione di una buona risposta alla terapia in corso, che evidentemente sta permettendo una regressione del tumore; livelli stabili correlano invece con una malattia stabile.
I risultati dei test di laboratorio non devono mai essere interpretati a sé, ma sempre valutati nel quadro generale dipinto da tutto l’insieme dei dati disponibili (altri esami, sintomi, terapia in corso, ).
Quanto è affidabile l’ecografia al seno?
Affidabilità e limiti – Nelle donne giovani prevale la componente ghiandolare, mentre con il progredire dell’ età questa parte si riduce a favore della porzione adiposa e fibrosa delle mammelle. L’ecografia mammaria è un esame particolarmente indicato per le donne sotto i 40 anni, con seni radiologicamente densi o qualora l’esame mammografico ne richieda la comparazione.
Per il cancro della mammella, l’ecografia presenta un’accuratezza diagnostica stimata tra il 78 e il 96%. Se alla palpazione si identificano alterazioni nodulari o alla mammografia si visualizzano aree sospette, o di difficile interpretazione, l’esame ecografico può aiutare a risolvere il dubbio diagnostico.
L’utilizzo dell’ecografia al seno è limitato dall’impossibilità di visualizzare contemporaneamente tutto il volume della mammella e dalla difficoltà di identificare lesioni maligne in fase precoce (per questo, l’esame ecografico è complementare alla valutazione clinica e alla mammografia).
Inoltre, l’esame ecografico non può sostituire la mammografia nella ricerca del tumore maligno in fase precoce, in quanto non individua le calcificazioni microscopiche rilevabili dalla mammografia. L’affidabilità di questo esame dipende molto dalla competenza del medico che la esegue: si dice, infatti, che l’ecografia sia un’indagine “operatore-dipendente”.
Per questo motivo, è importante che venga eseguita presso un centro specializzato, da medici radiologi con un’esperienza specifica sulle patologie del seno e sulla loro identificazione ecografica.
Perché non basta la mammografia?
A volte la mammografia non basta – Solitamente però la mammografia non è sufficiente. Molto spesso, infatti, nelle giovani donne la densità del tessuto mammario è tale da rendere questo esame non completamente affidabile. Questo perché nel seno denso c’è una minore quantità di tessuto adiposo e una maggiore di tessuto epiteliale e stromale (cioè delle parti che costituiscono lo «scheletro» della mammella) e la componente ghiandolare prevale su quella adiposa, cosicché i raggi X vengono bloccati e non permettono di identificare differenze di radiopacità, ovvero di densità del tessuto.
Cosa cambia tra mammografia e ecografia mammaria?
L’ecografia sfrutta il principio degli ultrasuoni (radiazioni non ionizzanti), mentre la mammografia l’emissione di radiazioni ionizzanti (seppur a basse dosi). L’ecografia è indicata per le donne sotto i 40 anni in quanto, in questa fascia d’età, il seno ha una struttura ghiandolare più densa.
Quanto è affidabile la mammografia?
Cosa è la mammografia? A cosa serve? – La mammografia è la tecnica diagnostica morfologica (che studia quindi forma e struttura della mammella) di riferimento nei programmi di prevenzione di carcinoma mammario. Questo esame, eseguito ad intervalli regolari di tempo, consente di rilevare precocemente alterazioni o modificazioni nei tessuti che compongono il seno ed è in grado di individuare anche lesioni di piccole dimensioni,
Si consiglia di iniziare a sottoporsi a mammografia a partire dall’età di 40 anni, quando la struttura mammaria, modificandosi gradualmente, diventa sempre meno ricca di componente ghiandolare e sempre più ricca di tessuto adiposo (grasso). Il limite maggiore della mammografia è rappresentato dalla “mammella densa”, in cui strutturalmente prevale la quota di tessuto ghiandolare rispetto a quello adiposo.
In queste condizioni, la caratteristica del tessuto ghiandolare fa sì che ci sia una possibilità che la lesione non venga individuata, motivo per cui, l’ecografia, in questi casi, diventa un indispensabile e valido supporto diagnostico della mammografia.
- L’esame mammografico è dunque il metodo più affidabile, oggi disponibile, per tracciare un tumore anche inferiore ad 1 cm,
- Per raggiungere questa caratteristica morfologica, una lesione impiega dai 5 ai 10 anni, ed i carcinomi al di sotto del cm di diametro risultano guaribili nel 90% dei pazienti.
Da qui l’importanza della diagnosi precoce.