Perché ci viene un attacco di panico? – Le cause degli attacchi di panico dipendono dall’ interazione di fattori biologici, psicologici e sociali e, per questa ragione, il loro sviluppo è diverso da persona a persona, pur presentando degli aspetti comuni.
Fattori biologici
Il cervello dispone di una serie di risposte al pericolo e mette in atto l’attivazione fisica e mentale necessaria a reagire allo stimolo minaccioso. È stata riscontrata una vulnerabilità genetica trasmessa familiarmente che porta alcune persone a soffrire maggiormente di attacchi di panico.
Fattori psicologici
La nostra storia personale, le credenze su noi stessi, sul mondo e sugli altri possono influenzare l’attivazione e l’intensità del nostro sistema di allerta. Dal punto di vista psicologico, l’ansia può essere dovuta a un’attenzione particolare e specifica verso alcuni stimoli che interpretiamo come pericolosi e dai quali vogliamo metterci in allerta.
Fattori sociali
Esistono molti fattori sociali che possono attivare il sistema di allerta e innescare il circuito dell’ansia. Si pensi, ad esempio, al lockdown pandemico e all’impatto di questo fenomeno sulla percezione del rischio personale. Ne sono altri esempi il burn-out lavorativo, lo stress relazionale, ma anche i cambiamenti e la ridefinizione delle abitudini e dei propri ruoli.
Cosa c’è dietro l’attacco di panico?
Attacco di Panico: quali le cause? Antonio Tundo, 19/05/2014 Perché improvvisamente, come un “fulmine a ciel sereno”, compare un attacco di panico? Negli ultimi 30 anni si è accumulata una mole di dati sulle basi neurofisiologiche del che evidenziano un funzionamento difettoso della “centralina d’allarme” del cervello, l’amigdala,
Si tratta di un’area molto piccola del cervello che in alcune persone ad un certo punto comincia a funzionare in eccesso segnalando la presenza di un pericolo anche quando non c’è e provocando un immotivato “stato di massima allerta” che corrisponde alle manifestazioni dell’attacco di panico. L’attivazione (il “fuoco”) dall’amigdala si diffonde ad altre aree del cervello come l’ ipotalamo, responsabile dei sintomi fisici (batticuore, vertigini, mancanza d’aria, tremori), e la corteccia prefrontale, responsabile delle interpretazioni catastrofiche date a questi malesseri fisici (” svengo”, “muoio”, “mi sta venendo un infarto “) e dell’evitamento dei posti da cui è difficile allontanarsi o in cui è difficile ricevere un rapido aiuto in caso di necessità.
L’ansia anticipatoria, o “paura della paura” (” e se rimango da solo in casa e mi sento male? “), sarebbe legata al coinvolgimento di un’altra area del cervello, il sistema limbico, Nel disturbo di panico entrano in gioco non solo diverse aree del cervello, ma anche diversi neurotrasmettitori, come la serotonina, la noradrenalina e l’acido gabaergico (o GABA), ed alcuni ormoni, come il progesterone (un ormone femminile) la cui attività “ansiolitica” spiegherebbe come mai il disturbo si attenui o scompaia in gravidanza.
- Proprio perché sono coinvolti diversi neurotrasmettitori e diverse aree cerebrali è possibile curare il panico da più fronti, sia con i farmaci (che attenuano l’iperattività dell’amigdala), sia con la (che potenzia la capacità della corteccia prefrontale di “tenere sotto controllo” l’amigdala).
- Ma perché in alcune persone la centralina d’allarme del cervello funzionerebbe male? Non c’è dubbio che esista una predisposizione fisica in questo senso, su base familiare e genetica, come dimostrato dal fatto i parenti di primo grado (genitori, fratelli o figli) di chi soffre disturbo di panico hanno una probabilità di soffrire dello stesso disturbo molto più alta (20%) rispetto a quella delle altre persone (2%) e che questa probabilità è più alta tra i gemelli monozigoti (con lo stesso patrimonio genetico) che tra quelli dizigoti (che condividono solo la metà dei geni).
L’importanza dei fattori biologici è confermata anche dall’osservazione che gli attacchi di panico possono essere scatenati, ma solo in chi è predisposto, dall’uso di sostanze “stimolanti” (come caffè, the ecc), stupefacenti (amfetamine, cocaina, cannabis), farmaci (ormoni tiroidei, antibiotici) e da particolari condizioni ambientali come il caldo (il disturbo in genere peggiora in estate), la luce intensa (da qui l’uso degli occhiali da sole anche d’inverno o la sera), la riduzione di ossigeno nell’aria (luoghi in cui c’è “aria consumata”), la riduzione delle ore di sonno o l’inversione del ritmo sonno-veglia, cioè dormire di giorno e stare svegli di notte.
- Predisposizione familiare e fattori biologici non escludono che possano entrare in gioco anche elementi psicologici, anzi Secondo l’ allo sviluppo del disturbo di panico contribuirebbero, con un peso diverso di caso in caso, anche l’educazione ricevuta e gli avvenimenti della prima infanzia.
- Infatti, un genitore ansioso facilmente trasmette al figlio una modalità “ansiosa” di affrontare la vita e spesso avrà un atteggiamento eccessivamente protettivo nei suoi riguardi rimandogli un’idea di se stesso come di una persona fisicamente fragile e che ha bisogno di protezione.
Il risultato è che, una volta diventata adulta, questa persona sarà a sua volta molto apprensiva (” anxiety sensitivity “) e potrà sviluppare attacchi di panico in coincidenza comuni eventi di vita che implicano un cambiamento importante (trasferimento di città, matrimonio).
Oggi si ritiene che i fattori psicologici, più che essere la causa del disturbo, influenzano il momento di comparsa e la gravità di alcuni sintomi come l’ansia anticipatoria e la tendenza ad evitare situazioni da cui non ci si può allontanare rapidamente o in cui non è possibile ricevere aiuto immediato in caso di necessità.
: Attacco di Panico: quali le cause?
Cosa prova chi ha un attacco di panico?
Cosa sono gli attacchi di panico? – L’attacco di panico è un breve episodio di ansia intollerabile che dura al massimo 20 minuti. E’ caratterizzato da sentimenti di apprensione, paura o terrore: la persona vive un senso di catastrofe imminente e ha spiccate manifestazioni neurovegetative.
Il corpo presenta uno stato di attivazione fisiologica intensa e generalizzata. Possono esserci anche esperienze di depersonalizzazione e derealizzazione. L’attacco di panico arriva come un fulmine a ciel sereno, improvvisamente. Le persone non riescono a capire cosa stia succedendo loro e temono di poter perdere il controllo, svenire, impazzire, morire.
Gli attacchi di panico hanno sempre un fattore scatenante, anche quando non si è in grado di riconoscerli come tali. Sono generati e mantenuti dalle interpretazioni catastrofiche che il paziente fa dei suoi sintomi fisici. Questo darà avvio a un vero e proprio circolo vizioso del panico,
Quando gli attacchi di panico sono pericolosi?
Quando l’ansia insorge in situazioni non appropriate, è presente spesso oppure è molto intensa e dura così a lungo da interferire con le attività della vita quotidiana. In questo caso, è raccomandabile segnalarlo al proprio medico.
Come ti senti dopo attacco di panico?
L’elenco completo dei sintomi dell’attacco di panico? – Palpitazioni, senso di respirare male o soffocare, giramenti di testa, costrizione toracica, nausea, dolori addominali, bisogno di urinare spesso, diarrea, tremori, sensazione di sbandare, vertigini, parestesie
Come distogliere la mente dall’ansia?
Come combattere l’ansia? Ecco alcune efficaci tecniche di rilassamento, da praticare ovunque – di Serena Allevi L’ ansia colpisce un numero sempre maggiore di persone, in prevalenza donne e soprattutto nella fascia di età più attiva, a livello familiare e lavorativo. Chi soffre o ha sofferto di ansia sa quanto questa condizione possa tenere sotto scacco anche le più banali attività quotidiane, fino a diventare quasi invalidante se sfocia in veri e propri attacchi di panico o se si associa a depressione.
Il primo consiglio è quello di rivolgersi a uno psicoterapeuta : spesso, infatti, può bastare impostare un percorso personalizzato e breve di psicoterapia per imparare a gestire e a debellare gradualmente i temuti attacchi di ansia. E nell’immediato si può fare qualcosa? Le tecniche di rilassamento possono funzionare molto bene e sono utili perché praticabili in qualsiasi momento e in ogni luogo.
Fai la tua domanda ai nostri esperti MEDITAZIONE (CON MANTRA) Una delle tecniche di rilassamento più efficaci è la meditazione, Per praticarla non occorre trovarsi in un luogo zen né aver seguito particolari corsi. La meditazione anti-ansia si avvale del potere del mantra, Il mantra è una frase breve, dal contenuto variabile (può essere anche una semplice parola dal suono piacevole) che va ripetuta lentamente concentrandosi su ogni singolo suono. RILASSAMENTO MUSCOLARE Per placare l’ansia e sentirsi subito meglio, funziona molto bene il rilassamento muscolare, Praticarlo è semplice: occorre soltanto fermarsi e poi sdraiarsi oppure restare seduti. Il rilassamento muscolare prevede di “imporsi” un rilassamento progressivo di tutti i muscoli del corpo,
VISUALIZZAZIONE L’ansia può essere combattuta con il potere della mente e dell’ immaginazione, La tecinca di rilassamento della visualizzazione ne è un valido esempio. Prima di praticare la visualizzazione, si consiglia comunque di affidarsi a un rilassamento muscolare progressivo.
AFFERMAZIONI POSITIVE Una delle tecniche più efficaci per liberarsi dall’ansia è quella di allontanare i pensieri negativi, di concentrarsi e pronunciare affermazioni positive, Per abbandonare più facilmente i pensieri negativi, è utile rilassare sempre i muscoli (una fascia muscolare per volta).
Una volta rilassato il corpo, si lasciano andare i pensieri negativi come se uscissero dalla dimensione presente (vanno visualizzati mentre abbandonano la mente, come flussi colorati per esempio). A questo punto, si fa spazio alle affermazioni positive. Una di queste può essere ” mi sto prendendo cura di me “.
Le affermazioni positive si possono pronunciare ad alta voce o mentalmente, a seconda del luogo in cui ci si trova e dell’inclinazione personale.
Cosa succede al corpo durante un attacco di panico?
Le conseguenze degli attacchi di panico – Un singolo attacco di panico non comporta alcuna conseguenza fisica. Tuttavia la costante paura del ripetersi dell’attacco di panico può generare uno stress per l’organismo che alla lunga ha conseguenze fisiche.
Cosa ti fa venire l’ansia?
Malattia Risorse sull’argomento L’ansia è una sensazione di nervosismo, preoccupazione o inquietudine normalmente provata dall’uomo. È presente anche in un ampio ventaglio di disturbi psichiatrici, tra cui il disturbo d’ansia generalizzato, il disturbo da panico e le fobie.
Oltre all’ansia, sono frequemente presenti sintomi fisici, come respiro affannoso, vertigini, sudorazione, battito cardiaco accelerato e/o tremore. I disturbi d’ansia spesso modificano notevolmente il comportamento quotidiano delle persone, inducendole anche a evitare certe cose e certe situazioni. La diagnosi viene posta ricorrendo a specifici criteri prestabiliti. La maggior parte dei soggetti trae importanti benefici dai farmaci, dalla psicoterapia o da entrambi.
L’ansia è una normale risposta a un pericolo oppure a uno stress psicologico. L’ansia di tipo normale ha le sue radici nella paura ed è importante perché è funzionale alla sopravvivenza. Quando sta affrontando un pericolo, l’ansia induce la risposta di attacco o di fuga.
si manifesta in momenti inappropriati si manifesta spesso è talmente intensa e duratura da interferire con le normali attività di una persona
Il disturbo d’ansia è più frequente rispetto ad altre tipologie di malattia mentale e interessa circa il 15% degli adulti negli Stati Uniti. Un’ansia significativa può persistere per anni e iniziare ad essere percepita come normale dal soggetto ansioso. Per questo e altri motivi, i disturbi d’ansia spesso non vengono diagnosticati o trattati. I disturbi d’ansia comprendono
Cosa succede al corpo durante un attacco di panico?
Le conseguenze degli attacchi di panico – Un singolo attacco di panico non comporta alcuna conseguenza fisica. Tuttavia la costante paura del ripetersi dell’attacco di panico può generare uno stress per l’organismo che alla lunga ha conseguenze fisiche.
Cosa succede nel cervello di chi soffre d’ansia?
Cosa accade nel cervello quando proviamo paura? La paura è una delle reazioni più radicate negli esseri viventi, Il suo scopo è proteggerli dalle minacce esterne. Ha un ruolo così importante che è presente sia nelle forme di vita più elementari sia in quelle più complesse.
Può assumere forme semplicissime, per esempio il ritrarsi automatico dell’antenna di una lumaca, o molto articolate, come nell’uomo, dove la paura innesca meccanismi che partono dal cervello in risposta a uno stimolo e coinvolgono l’intero organismo. La risposta alla paura inizia in una regione chiamata amigdala.
Le amigdale sono due piccole strutture a forma di mandorla situate in profondità nel cervello. Da qui, tutte le volte che ci troviamo di fronte a uno stimolo che è interpretato come minaccia, parte una complessa reazione a catena: vengono rilasciati ormoni dello stress, si attiva una parte del sistema nervoso (il sistema nervoso simpatico) coinvolto in quelle funzioni definite di «attacco o fuga»,
- Il cervello entra in uno stato di allerta, le pupille si dilatano.
- Il respiro accelera.
- Aumenta anche la frequenza cardiaca, la pressione e il flusso sanguigno,
- Viene mandato più glucosio ai muscoli, mentre organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, vengono messi in uno stato di ridotta attività.
La concentrazione è tutta sul pericolo che si sta vivendo in quel momento, mentre tutto il resto viene accantonato. Tutto il corpo si prepara ad affrontarlo. Contemporaneamente parte una valutazione della minaccia. Altre aree del cervello (in particolare l’ ippocampo e la corteccia prefrontale ) aiutano a interpretare la minaccia percepita.
La parte «pensante» del cervello dice alla parte «emotiva» se ci si trova di fronte a un falso allarme (e allora si spegne la risposta) o di fronte a un pericolo reale (e allora la risposta continua a essere alimentata). È questo complesso sistema che ha consentito all’uomo di sopravvivere a innumerevoli pericoli nel corso della propria storia.
Ed è lo stesso meccanismo che viene attivato di fronte a pericoli che minacciano la nostra sopravvivenza come la malattia. : Cosa accade nel cervello quando proviamo paura?
Come ti senti durante un attacco di panico?
Gli attacchi di panico sono degli episodi improvvisi di paura e ansia nei quali ci sembra di perdere il controllo. Nel momento dell’ attacco di panico il corpo è fortemente attivato e i nostri pensieri diventano intensi e catastrofici, fino al punto di pensare di morire o impazzire.